Sudan, ufficializzato il Consiglio Sovrano: nomi ed equilibri del nuovo potere

di Raffaele Masto

La formazione del Consiglio Sovrano del Sudan è stata ufficializzata oggi con un decreto costituzionale emesso da Abdel Fattah al Burhan, capo uscente del Consiglio militare di transizione e in seguito annunciata dal portavoce del Consiglio Shams al Din Kabbashi, in una conferenza stampa tenuta lo scorso 20 agosto a Khartum. Il Consiglio, ha confermato il portavoce, sarà guidato dallo stesso Burhan e sarà formato da un totale di 11 membri (cinque militari, cinque civili e uno indipendente scelto fra le due parti).

In linea con la Dichiarazione costituzionale approvata lo scorso 17 agosto, il governo sarà incaricato di dirigere la politica nazionale durante il periodo di transizione, ma dovrà condividere il comando delle forze armate con il Consiglio Sovrano. I cinque militari che formeranno il Consiglio saranno, oltre a Burhan e al suo vice Mohamed Hamdan Dagalo alias “Hemetti, lo stesso Kabbashi, Yasir al Atta, Ibrahim Jabir Karim, mentre i cinque civili saranno Aisha Mousa, Siddig Tower, Mohamed Elfaki Suleiman, Hassan Sheikh Idris e Taha Othman Ishaq. Raja Nicolas Abdel-Masih sarà invece il membro indipendente designato dalle due parti.

Appena insediato il Consiglio Sovrano ha già adottato un provvedimento: ha formalmente dichiarato lo stato di emergenza nella città di Port Sudan per gli scontri tribali che hanno ucciso almeno 16 persone. Il Consiglio Sovrano ha anche annunciato la rimozione del governatore ad interim e del capo del servizio di sicurezza nazionale di Port Sudan. Gli scontri tra i membri delle tribù beni amer e nuba, già scoppiati in passato, sono riesplosi la scorsa settimana e sono proseguiti fino a sabato scorso.

Port Sudan è la principale porta marittima del Sudan e viene utilizzato dal Sud Sudan per esportare il suo petrolio. Il provvedimento adottato dal Consiglio Sovrano è radicale di fronte ad un problema noto da tempo e senza soluzione. Potrebbe essere il preludio di come questo nuovo organo nato a seguito delle proteste popolari che hanno deposto il dittatore Omar al Bashir, al potere dal 1989, intenda agire nel prossimo futuro.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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