Sud Sudan – Firmato nuovo accordo di pace

di AFRICA

Il governo e i gruppi ribelli sud sudanesi hanno firmato ieri a Khartoum un accordo di condivisione del potere. Un’iniziativa che dovrebbe porre fine alla sanguinosa guerra civile che ormai da 5 anni affligge la più giovane nazione del mondo e ha provocato migliaia di vittime e milioni di sfollati.

La firma nella capitale sudanese ha provocato scene di gioia attorno all’edificio in cui si stava svolgendo la cerimonia. Immagini di festa sono arrivate anche dalla capitale sud sudanese Juba.

Io presidente Salva Kiir e il suo principale rivale, il capo dei ribelli Riek Machar, hanno firmato un’intesa che prevede la reintegrazione di quest’ultimo nel governo d’unità nazionale come primo vicepresidente. Machar era già stato vice presidente quando Kiir lo accusò di voler fomentare un colpo di stato nel 2013 facendo di fatto scoppiare il conflitto.

La cerimonia della firma si è svolta sotto l’egida del presidente sudanese Omar al-Bachir e dai suoi omologhi di Kenya, Uganda e Gibuti oltre che di un folto gruppo di diplomatici internazionali.

Kiir e Machar sono già arrivati a un accordo di cessate il fuoco permanente e di ritiro delle truppe dalle zone urbane. I due campi avevano già foirmato un accordo preliminare lo scorso 25 luglio che conteneva le prime linee guida sulla condivisione del potere. Ora, dopo la firma della versione definitiva, le parti belligeranti hanno tre mesi per formare un governo di transizione che resterà al potere per 36 mesi.

Tutti gli accordi precedenti, l’ultimo dei quali firmato nell’estate del 2015, sono durati solo qualche mese prima dello scoppio di nuovi scontri militari. “Nel 2015 siamo stati obbligati a firmare senza che ci venisse data l’opportunità di fare le nostre richieste. Per questo quando andai a firmare avanzai le mie riserve… Ma questa pace è diversa e funzionerà” aveva dichiarato fiducioso Kiir venerdì scorso.

Potere e opposizione hanno anche concordato su una spartizione di posizioni chiave. Il governo di transizione avrà 35 ministri: Kiir ne riceverà 20, Machar nove, gli altri partiti di opposizione condivideranno i restanti sei portafogli. Prenderà inoltre vita una nuova assemblea di 550 membri: 332 del partito di Kiir, 128 di Machar e 90 per gli altri.

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