Niger, Ong internazionali si schierano contro la detenzione di Moussa Tchangari

di claudia

 La Federazione Internazionale per i Diritti Umani (Fidh) e l’Organizzazione Mondiale contro la Tortura (Omct), in quanto parte dell’Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani, insieme ad Amnesty International e Human Rights Watch, chiedono il rilascio immediato e incondizionato, nonché l’archiviazione di tutte le accuse nei confronti del difensore dei diritti umani nigerino Moussa Tchangari, detenuto “arbitrariamente” da sei mesi in Niger.

Le autorità nigerine devono “cessare di usare le accuse di terrorismo per mettere a tacere le voci di dissenso”, hanno scritto le Ong in un comunicato congiunto.

Il 3 dicembre 2024, uomini che si sono identificati come agenti di polizia hanno arrestato Moussa Tchangari nella sua abitazione a Niamey, capitale del Niger. Il 3 gennaio 2025, l’Alta Corte di Niamey lo ha incriminato per diversi reati gravi, tra cui “associazione a delinquere in relazione a un’impresa terroristica”, “attentato alla difesa nazionale” e “associazione a delinquere contro l’autorità dello Stato in collaborazione con potenze nemiche”. Se condannato per quest’ultima accusa, rischia la pena di morte.

Lo stesso giorno del rinvio a giudizio, Tchangari è stato trasferito al carcere di Filingué, a 170 chilometri da Niamey, dove si trova tuttora in custodia cautelare. Da allora, non è mai stato ascoltato da un giudice nel merito delle accuse a suo carico.

“Moussa Tchangari è detenuto esclusivamente per aver esercitato i suoi diritti umani. Esortiamo le autorità a rilasciarlo immediatamente e a ritirare tutte le accuse nei suoi confronti. Siamo profondamente preoccupati per l’uso di tali accuse per mettere a tacere coloro che criticano il governo”, ha dichiarato Marceau Sivieude, direttore regionale ad interim di Amnesty International per l’Africa occidentale e centrale.

Tre settimane prima del suo arresto, il 12 novembre 2024, Tchangari aveva criticato sui social media la decisione del ministro dell’Interno nigerino di revocare le licenze a due organizzazioni non governative umanitarie. Aveva inoltre contestato la creazione di un database di individui e gruppi associati al terrorismo, misura ritenuta lesiva dei diritti umani della popolazione nigerina.

Tchangari rischia anche la revoca della cittadinanza nigerina per via delle accuse di terrorismo, in base a un’ordinanza dell’agosto 2024 che ha istituito il suddetto database.

Secondo il codice penale nigerino, le accuse legate al terrorismo possono comportare fino a quattro anni di custodia cautelare non rinnovabile. Amnesty International, Human Rights Watch, Fidh e Omct hanno esaminato le accuse e confermano che nessuna di esse riguarda reati riconosciuti a livello internazionale, in quanto tutte collegate all’esercizio legittimo del diritto alla libertà di espressione.

“L’arresto di Tchangari si inserisce in un diffuso schema repressivo da parte delle autorità nigerine, che prendono di mira e sottopongono a continue vessazioni giudiziarie tutti coloro che le criticano pubblicamente per ridurli al silenzio”, ha dichiarato Drissa Traoré, segretario generale della Fidh.

“Il suo arresto e la sua detenzione inviano un messaggio agghiacciante a tutti coloro che osano criticare la deriva autocratica del regime nigerino”, ha aggiunto Ilaria Allegrozzi, ricercatrice senior per il Sahel presso Human Rights Watch.

“L’arresto di Tchangari è un grave errore ed è controproducente. Per decenni ha incarnato la richiesta di democrazia, sicurezza, sovranità sulle risorse e indipendenza del popolo nigerino. Un governo che rispetti la volontà del popolo lo libererebbe”, ha dichiarato Isidore Ngueuleu, responsabile dell’Ufficio regionale per l’Africa dell’Omct.

Tchangari, 55 anni, è segretario generale di Alternatives Espaces Citoyens (Aec), un’organizzazione della società civile. Il 3 dicembre 2024, intorno alle 19:30, almeno tre uomini armati in borghese lo hanno arrestato nella sua abitazione a Niamey, sequestrandogli telefono, computer portatile e valigia. La sua ubicazione e i suoi spostamenti sono rimasti ignoti per due giorni. Il 5 dicembre è stato localizzato presso il Servizio centrale per la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata transnazionale, sempre a Niamey.

A marzo e maggio 2025, i tribunali nigerini hanno respinto le richieste degli avvocati di Moussa Tchangari per l’archiviazione del caso da parte della camera giudiziaria specializzata nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata transfrontaliera. Gli avvocati hanno presentato ricorso contro il rigetto.

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