Lourenço, il generale che sta rivoluzionando l’Angola

di Enrico Casale
Joao Lourenco

di Enrico Casale
La sua elezione doveva essere poco più che «un’operazione cosmetica», invece l’arrivo di João Lourenço alla presidenza angolana sta segnando una svolta radicale per il Paese. Militare di lungo corso, fedele appartenente all’Mpla (Movimento di liberazione popolare dell’Angola, il partito al potere dall’indipendenza), Lourenço è sempre stato un uomo dell’apparato. Anch’egli, per anni, ha fatto parte di quel sistema politico bloccato che faceva perno sulla famiglia dell’ex presidente José Eduardo Dos Santos. Un fedelissimo di Dos Santos, ma anche un profondo conoscitore dei meccanismi che hanno governato il Paese. Proprio quei meccanismi che adesso sta cercando di scardinare.

In primis il familismo. Si pensava che non avrebbe attaccato subito la famiglia dell’ex presidente, ma avrebbe prima fatto loro terreno bruciato. Molti analisti pensavano che la sua prima vittima sarebbe stato José Filomeno dos Santos, presidente del Fondo sovrano dell’Angola che lui non stimava granché. Invece Lourenço ha subito attaccato il bersaglio grosso. Pochi giorni fa, ha licenziato Isabel Dos Santos, la figlia dell’ex presidente, che da un anno gestiva la Sonangol, la ricchissima società che gestisce i ricchi giacimenti di idrocarburi (principale fonte di entrate dell’Angola). Senza alcun riguardo (né paura), l’ha messa alla porta e l’ha sostituita.

Lourenço, che è molto presente nel Paese con frequenti viaggi nelle principali comunità, ha lanciato una dura campagna contro la corruzione, male endemico del Paese. Ne ha anche fatto una delle sue priorità. Ai nuovi rappresentanti dello Stato è richiesta una condotta irreprensibile. Il direttore della Banca per lo sviluppo (BDA), Carlos Panzo, ne ha recentemente pagato il prezzo: è stato costretto alle dimissioni pochi giorni a causa di una possibile accusa in Svizzera.

Il presidente si sta concentrando anche sull’economia, i cui indicatori sono negativi. Le riserve monetarie del Paese sono diminuite considerevolmente e la mancanza di liquidità peserà naturalmente nei prossimi mesi. Dovranno essere prese misure impopolari, a partire da una possibile svalutazione che colpirà una popolazione già indebolita. Il ricorso al Fondo monetario internazionale per molti è diventato inevitabile.

Lourenço però è un uomo che già in passato si è rivelato in grado di comprendere gli umori sia della gente sia dell’appparato. In ogni caso, le misure adottate dal capo dello Stato contro i parenti dell’ex Presidente e la rapidità con cui sono stati portati a termine suggeriscono che attualmente ha il consenso necessario all’interno del partito e nel Paese. Per il momento è riuscito anche a portare dalla sua parte l’opposizione. Isaias Samakuva, il leader dell’Unita, il suo grande rivale, è stato ricevuto nel palazzo presidenziale il 18 ottobre. Un evento unico e impensabile solo in un recente passato.

Le cancellerie europee e africane (il premier italiano Gentiloni è stato ricevuto lunedì) stanno seguendo con attenzione questa primavera angolana e stanno valutando possibili interventi per offire un sostegno concreto a una rivoluzione che ha mosso i suoi primi passi.

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