L’Italia criminalizza il modello Riace. Meglio creare clandestini…

di Raffaele Masto

L’arresto del sindaco di Riace Domenico Lucano non è solo, come dice Saviano, l’esplicito segnale che l’Italia sta diventando un regime. E’ anche, e forse soprattutto, l’affermazione che l’Italia non vuole stranieri, non solo i migranti clandestini, non solo i migranti economici. Non vuole stranieri, punto e basta. Anche se gli stranieri in oggetto hanno diritto ad una protezione, anche se hanno un lavoro e si sono integrati, anche se sono accolti, di fatto, dal resto della popolazione, anche se si sono integrati.

Domenico Lucano aveva fatto proprio questo, aveva creato un sistema di accoglienza utilizzando il suo territorio e la sua popolazione. Una dimostrazione che si può. Una dimostrazione che un sistema di accoglienza vero alla fine produce effetti positivi per tutti, per gli autoctoni e per gli stranieri.

Lo stesso Gip ha detto che Domenico Lucano non è accusato di avere avuto un rendiconto personale, dunque il suo arresto è proprio la demolizione di un principio di un esempio concreto, piccolo, marginale, ma che dimostrava l’utilità dell’accoglienza.

Qualcuno potrà dire che se si facesse così in tutt’Italia avremmo un paese che cambia identità, che perde la sua storia, la sua cultura e le sue tradizioni. Pericolo inesistente: i numeri degli arrivi di stranieri sono così trascurabili rispetto alla popolazione totale che chi paventa questo rischio lo fa per evidenti ragioni politiche. Anzi, se il modello Riace fosse stato replicato probabilmente l’immigrazione e i migranti sarebbero oggi meno visibili, sarebbero meno un problema, si sarebbero trasformati in cittadini che pagano le tasse, di cui il paese ha tanto bisogno e le pensioni degli autoctoni che sono in buona parte pensionati.

Invece no. Si è voluto demolire e criminalizzare un sistema che funzionava e lo si è fatto con un provvedimento antistorico. Con una logica che dice che è meglio avere stranieri clandestini piuttosto che stranieri inseriti. Meglio poi se quei clandestini esasperati da anni di attesa documenti delinquono o sono insofferenti. Si potrà dire che vadano a casa loro. E si potrà lodare (e votare) chi ha fatto dei rimpatri un tema su cui raccogliere voti.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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