L’imbarazzante impasse della missione militare italiana in Niger

di Raffaele Masto

Il Niger accoglierà una missione militare britannica, ma non, per il momento (?), quella italiana per la quale il governo Gentiloni aveva già stanziato cento milioni di euro. In attesa dell’autorizzazione nigerina – che Nyamey aveva improvvisamente negato – l’Italia, quasi per compensazione, ha annunciato l’invio di militari e poliziotti nel sud libico.

Non è ancora chiaro poi se l’incontro del 20 giugno tra Giuseppe Conte e il presidente nigerino Mahmadou Issoufou, a Roma per un vertice della Fao, abbia sbloccato l’imbarazzante impasse che caratterizza la storia di questa missione militare italiana.

Mentre si attendono notizie sulla missione italiana si registra una sorta di beffa per l’arrivo in Niger di truppe britanniche. Si tratta delle avanguardie di un contingente di un centinaio di militari con tre elicotteri da trasporto Chinook che sono atterrate a Niamey il 14 giugno scorso per essere inquadrate nell’Operazione francese Barkhane che impegna in tutta la regione quattromila militari francesi nella lotta ai movimenti jihadisti. Di fatto adesso in Niger si sono militari americani, tedeschi, francesi, britannici ma non italiani.  A rendere paradossale e imbarazzante il via libera ai britannici da parte delle stesse istituzioni nigerine che da mesi lo negano alla missione italiana, c’è il fatto che 42 militari guidati dal generale Antonio Maggi sono accampati – in modo raffazzonato, da ospiti in difficoltà – nella base Usa dell’aeroporto di Niamey.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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