La sindaca di Freetown lancia una rivoluzione verde per la sua città

di Raffaele Masto

Porsi l’obiettivo di rendere una intera città di quasi due milioni di abitanti compatibile con l’ambiente e la natura circostante è un obiettivo importante e allo stesso tempo complicato. Se poi quella città non è nel Nord Europa o in un Paese come, per esempio, il Canada, ma è Freetown, capitale della Sierra Leone, uno dei Paesi più poveri del mondo, l’obiettivo diventa ancora più difficile da conseguire Se si aggiunge che Freetown sorge in una regione, le coste dell’Africa occidentale, dove il problema dei rifiuti è gravissimo, non ci sono inceneritori e nemmeno discariche organizzate, allora l’obiettivo diventa quasi irraggiungibile, un’utopia.

Ma gli africani, quando ci credono, sanno essere creativi, sanno sognare, sono capaci di porsi obiettivi difficili, e sanno perseguirli. Se poi sono donne, sanno essere anche più determinate.

È il caso del sindaco di Freetown, che è una donna appunto e si chiama Yvonne Aki Sawyerr. Ricopre la carica dal marzo scorso e ha già lanciato un programma dal titolo “Trasformare Freetown”. Si tratta di un programma semplice, che punta a valorizzare le comunità e il loro impegno per tenere la città pulita e libera dalla spazzatura.

Yvonne Aki Sawyerr ha le idee chiare: la priorità è la gestione dei rifiuti e dunque anche il loro riciclaggio attraverso una raccolta differenziata da realizzare, ovviamente, con i finanziamenti necessari.

Ma oltre al denaro tutto passa dall’educazione e dalla sensibilizzazione. Se non si farà niente per fermare la deforestazione sarà sempre peggio – si legge nel suo programma in 19 punti –, bisogna salvare le foreste di mangrovie che sono già state quasi tutte distrutte. La mangrovia è fondamentale perché le sue radici hanno un potere purificante delle acque e se le acque sono pulite la gente non si ammala. E se le mangrovie sono sane si evitano anche disastrose alluvioni come quella del 2017 che fece oltre mille vittime. Tutto è collegato – si legge ancora nel programma –, se la gente sta bene può interessarsi anche della gestione dei rifiuti, dunque bisogna migliorare le condizioni di vita negli slum e bisogna creare alloggi dignitosi.

Il programma di Yvonne si conclude con due piccole iniziative: un premio al quartiere più pulito istituito dal Comune, e un termine coniato per rendere concreto il fatto che l’ambiente e la crescita di Freetown sono un obiettivo collettivo. Il termine è Freetonian, per indicare gli abitanti della città impegnati a tenerla pulita e “in pace” con l’ambiente.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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