Il Castello degli Schiavi in Ghana, “la storia deve essere appresa”

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, accompagnata dal marito Doug Emhoff, in occasione del suo viaggio nel continente per approfondire le relazioni diplomatiche, ha visitato nei giorni scorsi il Castello degli Schiavi di Cape Coast, in Ghana, dove ha trascorso circa un’ora. Harris, nella sua visita, ha attraversato simbolicamente la Porta del non ritorno, l’ultimo passaggio degli schiavi prima che fossero costretti a salire sulle navi e attraversare l’oceano Atlantico.

Una visita “toccante”, ha detto Harris, che non ha nascosto le lacrime mentre visitava i sotterranei del castello ghanese, dove migliaia di donne e uomini sono state detenute durante il periodo della schiavitù.

L’orrore di ciò che è accaduto qui deve essere sempre ricordato. Non può essere negato. Deve essere insegnato. La storia deve essere appresa” ha detto Harris, che si è concessa diverse deviazioni rispetto al discorso preparato per l’occasione. “Dobbiamo essere guidati da quella che sappiamo essere anche la storia di coloro che sono sopravvissuti” ha detto Harris: “Raccontano un’altra storia: una storia di resistenza, una storia di fede, una storia nel credere a ciò che è possibile”.

Ad accompagnare Harris e Emhoff al Castello degli schiavi è stata la guida Kwesi Blankson, che già nel 2009 aveva accompagnato l’allora presidente americano Barack Obama nella medesima visita. “Le ho raccontato dei sotterranei e delle donne in particolare, di come si tenevano nei sotterranei e di come guardavano attraverso i buchi e pregavano il dio del cielo per la redenzione e di come alcuni di loro cantavano” ha detto Blankson ai media locali, aggiungendo di aver cantato per Harris alcune canzoni che parlavano dei problemi degli schiavi. La vicepresidente, nel suo discorso al termine della visita, ha detto che intendeva portare con sé “l’angoscia e il dolore” percepiti nel castello di Cape Coast e usarli “per combattere per la libertà e la giustizia”.

Harris, al termine del suo discorso, ha ricordato che “tutti noi abbiamo beneficiato della loro lotta per la libertà e la giustizia” e, per questo, la storia della schiavitù non deve essere dimenticata.

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