Etiopia: niente dialogo. Oppositori di nuovo arrestati.

di Raffaele Masto

Le forze di sicurezza etiopi hanno arrestato almeno 8 persone tra politici e giornalisti che recentemente erano stati scarcerati secondo le direttive del governo.  Il gruppo è stato fermato nell’abitazione di un giornalista, ad Addis Abeba, dove era programmato un evento. Secondo quanto riferito dal legale degli arrestati le forze di sicurezza sarebbero entrate in azione perché nell’evento “era esibita una bandiera nazionale priva del simbolo nazionale al centro” del vessillo. L’uso di una versione alterata della bandiera costituisce un reato punibile con 18 mesi di carcere.

Evidentemente il regime sta facendo una sorta di marcia indietro sulla questione dell’opposizione con la quale sembrava aver aperto un dialogo con la liberazione di migliaia di prigionieri politici e con le dimissioni del premier Dessalegn come gesto per favorire un negoziato tra regime e opposizione.

Il contrasto verte sul fatto che dalla cacciata di Menghistu l’etnia dei Tigrini, una minoranza importante sul piano politico, ha praticamente occupato il potere lasciando ai margini gli Oromo che sono l’etnia maggioritaria e gli Ahmara, altra importante etnia dell’altopiano etiope. Questi nuovi arresti mostrano che evidentemente quel dialogo aperto qualche settimana fa non ha portato alcun risultato.  Non si può non prevedere che ci saranno nuovi contrasti, nuove proteste di piazza e nuova repressione.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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