Costa d’Avorio: ambasciatore Lo Savio, dare voce alla pace

di Enrico Casale
Laurent Gbagbo, Alassane Ouattara

L’incontro preannunciato per il 27 luglio in Costa d’Avorio fra il presidente Alassane Dramane Ouattara in carica, e il suo predecessore e rivale politico, Laurent Gbagbo, è “senz’altro un incontro storico per la Costa d’Avorio, che potrebbe avviare a compimento un lungo processo di riconciliazione nazionale mai realmente consolidatosi”. È l’auspicio dell’ambasciatore d’Italia, Stefano Lo Savio, che unisce la propria voce agli appelli per un’autentica riconciliazione nel Paese africano, dove il diplomatico è in carica dal 2017.

“I presupposti ci sono tutti”, ha detto Lo Savio a InfoAfrica, ricordando che l’anno scorso è stato un difficile e delicato anno elettorale, in cui è stato riconfermato il presidente in carica ed è stata rinnovata l’Assemblea nazionale. “Pur con tutte le difficoltà e le tensioni che hanno accompagnato le elezioni presidenziali, bisogna anche sottolineare che quelle legislative si sono svolte in modo pacifico e giusto”, ma soprattutto, sottolinea ancora Lo Savio, “hanno visto la partecipazione dei principali partiti della Costa d’Avorio, ivi compreso il Front Populaire Ivorien (Fronte popolare ivoriano, Fpi) che fa capo a Gbagbo, che rappresenta una parte importante del Paese e che non prendeva parte alle elezioni da quando l’ex Presidente era stato trasferito all’Aja”.

All’Aja, presso la Corte penale internazionale, Gbagbo ha affrontato un lungo processo per crimini di guerra e contro l’umanità, al termine del quale è stato assolto sia in primo grado, il 15 gennaio 2019, che in appello, lo scorso 31 marzo. Dal 17 giugno scorso, Gbagbo è nuovamente in patria, con un’agenda piuttosto ricca di incontri e impegni, sia personali che di natura politica.

La riconciliazione, ha osservato l’ambasciatore d’Italia ad Abidjan, “è sicuramente un percorso difficile perché anni di conflitti e tensioni hanno seminato lo scetticismo e il sospetto reciproco su tutti gli attori politici”. Ma adesso la Costa d’Avorio e il Presidente Ouattara “hanno cinque anni davanti a loro e un contesto favorevole per mettere definitivamente la parola fine all’instabilità” nel Paese. “Ci auguriamo tutti – ha concluso l’ambasciatore –  che il presidente in carica e tutti gli attori politici coinvolti, innanzitutto gli ex presidenti Henri Konan-Bédié e Gbagbo, siano in grado di mettere da parte i rispettivi tatticismi e di dare voce al desiderio di pace che predomina in Costa d’Avorio”.

Il braccio di ferro fra Gbagbo e Ouattara alle elezioni del dicembre 2010 ha dato luogo a oltre tre mesi di violenze, in cui sono state coinvolte anche forze straniere (dell’Onu e francesi) allorché le elezioni dovevano segnare la chiusura della precedente guerra scoppiata nel 2002 e che aveva letteralmente diviso il Paese per diversi anni.

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