Cheick, il sarto atleta che va in carrozzina

di Stefania Ragusa

Cheick Diattara è senegalese, si muove su una sedia a rotelle ma il suo segno distintivo è il sorriso: contagioso, luminoso e pieno di speranza. Senza questo approccio positivo la sua vita non sarebbe certamente la stessa – e lui ancora ringrazia la nonna che glielo ha trasmesso, quando da bambino la poliomielite gli ha messo fuori uso le gambe, costringendolo a rinunciare alla scuola.
Cheick è arrivato in Italia da Dakar 5 anni fa, a Salerno, seguendo una compagnia di danza per disabili. Qui ha conosciuto un atleta paraplegico che lo ha introdotto nel mondo della pallacanestro. Da allora, dopo un’esperienza a Cantù, ha cominciato a giocare nella squadra di Basket In Carrozzina (BIC) del Basket Seregno Gelsia (con il mister Tony Pecoraro), che partecipa al campionato italiano di serie B.
Come tanti africani, ama suonare il djembé al parco con gli amici, ma anche durante eventi su richiesta. Non ha rinunciato alla passione del ballo e spesso, d’estate, con il suo amico Saliou, va in discoteca. Ma soprattutto è un bravissimo sarto e il suo sogno sarebbe di continuare a fare questo lavoro a tempo pieno, una volta terminata l’esperienza sportiva.


Al suo arrivo a Milano ha vissuto due anni nella comunità San Marco e ha trovato lavoro in una sartoria di Via Procaccini, che però ora ha chiuso. Per questo Cheick si è messo a lavorare da solo, sfruttando soprattutto il passaparola. Non ripara. O meglio: non gli interessa tanto cucire cerniere e rammendare (anche se ovviamente lo sa fare), quanto piuttosto realizzare abiti di sua immaginazione, mescolando il gusto della sua terra, le sue meravigliose e coloratissime stoffe in tessuto wax, alla moda occidentale.
Ha due macchine da cucire, una grande a casa e una piccola “portatile” – regalatagli dal suo carissimo amico Lorenzo e sua moglie Lorella – che tiene sempre pronta nello zaino appeso alla sedia a rotelle, perché l’occasione per mettersi a lavorare può nascere anche quando si va in giro. Per fortuna gli allenamenti del basket sono la sera, così durante la giornata riesce a trovare il tempo per cucire e tagliare.

Per le sue creazioni ha pronto anche un logo – ideato dalla designer e grafica Orith Kolodny – che è diventato la sua firma. Un gioco con le prime lettere del suo nome che ha dato vita al marchio… Kechic, “alla francese”. E in effetti è proprio così che vuole essere la sua collezione: elegante, chic, ma al tempo stesso “leggera”, adatta per la vita di ogni giorno. La sua (attivissima) pagina facebook KECHIC mette in mostra le novità (canotte, vestiti, borse mare…) per tenere sempre aggiornati i clienti, ma la cosa molto interessante e tipicamente sartoriale è sicuramente la possibilità di personalizzare ogni singolo capo. Sia nei dettagli del modello che nella stoffa, che può essere anche fornita direttamente dal committente (ovviamente con un abbassamento dei costi finali).
Cheick ha sempre voglia di imparare cose nuove, di mettersi alla prova, e in questo sta la sua forza. È curioso. Legge in italiano per esercitarsi e ride quando qualcuno lo corregge, soprattutto sui verbi. Di fronte a una difficoltà risponde sempre: “Forza, non molliamo. Andiamo avanti. Nella vita bisogna sempre andare avanti”. E di strada in effetti ne ha fatta tanta. Il negozio Lisa di Via Arese 8, nel quartiere Isola, tiene alcuni suoi capi, altrimenti Cheick vende tramite associazioni (come Hair Kitchen 4 Women che ha progetti sociali per le donne in India, Senegal e Sud America) o in occasioni speciali come mercatini artigianali selezionati.
Contattarlo è semplice: risponde subito tramite i social e anche i tempi di consegna non sono… “africani” 😊. Quest’estate, dopo due anni di assenza, Cheick ha in programma di tornare in Senegal alla ricerca di stoffe e accessori per la sartoria oltre che per incontrare la sua famiglia. Lo aspettiamo a settembre più “colorato” e “carico” che mai.

Valeria Zanoni

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