Burkina: la pena di morte e il giornalista Norbert Zongo

di Raffaele Masto

Il Parlamento del Burkina Faso ha abolito la pena di morte. La notizia è di qualche giorno fa e di per sé è di rilievo ma le sue ripercussioni potrebbero essere notevoli.

L’abolizione della pena capitale potrebbe spianare la strada all’estradizione dalla Francia di Francois Compaorè (nella foto), fratello minore dell’ex presidente del Burkina Faso, Blaise Compaorè ora rifugiato in Costa D’Avorio dopo che una rivolta popolare lo ha costretto a fuggire nel 2014.

L’anno scorso Francoise Compaorè è stato preso in custodia dalle autorità francesi in relazione all’omicidio di Norbert Zongo, un giornalista investigativo burkinabe ucciso e bruciato assieme ad altre tre persone (tra cui il fratello). Il suo torto era stato quello di voler cercare e raccontare la verità intorno all’assassinio, sospetto, dell’autista, David Ouedraogo, del fratello del presidente della Repubblica Blaisè Campaorè, Francoise appunto.

Zongo aveva 49 anni anni quando fu ucciso. Oltre che giornalista era scrittore, intellettuale e editorialista, aveva sempre criticato i poteri forti africani e la corruzione dilagante. Nel 1993 aveva fondato il giornale L’Indipendant da cui partivano inchieste e reportage scomodi al sistema di potere dittatoriale instaurato da Campaorè.

Normalmente la Francia non estrada le persone in paesi in cui la pena di morte rimane in vigore.

Ora, dopo l’abolizione della pena di morte in Burkina Faso, la principale Corte d’Appello francese dovrebbe rivedere il verdetto di non estradabilità.

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