Anche il terrorismo “scopre” l’Africa

di Raffaele Masto

Non solo i grandi investitori internazionali e i costruttori di grandi infrastrutture come la Cina, o le grandi potenze come Stati Uniti e Russia che stanno dislocando militari in diversi Paesi, o le ex potenze coloniali europee come la Francia che hanno truppe in quasi tutti i loro ex possedimenti, o le potentissime, sul piano finanziario, monarchie del Golfo che gettano fiumi di denaro nel continente per sostenere leader, o per costruire moschee o far nascere madrasse.

Ora anche il terrorismo internazionale sembra avere “scoperto” l’Africa. Lo si deduce dal videomessaggio del massimo leader mondiale del jihadismo internazionale, Abu Bakr al-Baghdadi (nella foto), califfo dello Stato Islamico, che, dopo essere stato dato per morto diverse volte, è ricomparso in un video pubblicato da “Site”, il sito americano che monitora le attività del terrorismo internazionale.

Abu Bakr al-Baghdadi appare appesantito rispetto al famoso video del 2014 quando dalla moschea di Mosul annunciava la nascita dello Stato Islamico tra Iraq e Siria. Indossa un giubbotto multitasche, il solito turbante nero, a fianco ha un kalashnikov e nel suo discorso di diciotto minuti circa dedica ben un paio di minuti all’Africa, per la precisione a quella che chiama «la Provincia africana dello Stato Islamico nel Grande Sahara».

Dopo aver sostanzialmente perso militarmente l’entità territoriale tra Siria e Iraq, il califfo cita le battaglie tra forze curde e jihadisti a Baghuz, l’ultima roccaforte dell’Isis in Siria, gli attentati di Pasqua in Sri Lanka e, in una sorta di ovvia continuità politica, gli attacchi contro le forze francesi e i loro alleati in Mali e Burkina Faso, compreso l’attentato di pochi giorni fa in quest’ultimo Paese contro una chiesa protestante con sei morti.

Abu Bakr al-Baghdadi non si ferma qui. Tesse anche le lodi di Abu Walid al-Sahrawi, il capo dello «Stato Islamico del Grande Sahara», che opera in Burkina Faso e Mali e al quale chiede di intensificare gli attacchi «agli infedeli». Lo «Stato Islamico del Grande Sahara» è il gruppo nato da una costola di al-Murabitun, gruppo scissionista di al-Qaeda comandato dal famigerato Moktar Belmoktar.

Insomma l’Africa, e in particolare l’area del Sahara e del Sahel, è sempre più un’area cruciale. Se n’è accorto, e non da adesso, anche il terrorismo internazionale.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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