Africa: il continente più grande ha poca terra per tutti

di Raffaele Masto

Il terrorismo, l’instabilità che sfocia spesso in veri e propri conflitti, il mancato sviluppo, l’assenza di protezione sanitaria e di accesso all’istruzione, la miseria endemica di vasti territori. A tutte queste calamità che investono una buona parte degli africani ora se ne aggiunge un’altra che rischia di guadagnarsi un drammatico posto sul podio delle maggiori disgrazie che affliggono il continente.

Stiamo parlando del conflitto per la terra che, soprattutto nella regione del Sahel, ha già fatto centinaia di morti e ha sviluppato conflitti tra varie popolazioni. L’esempio più eclatante di questo conflitto è l’avanzata dei pastori fulani, che fuggono dalla desertificazione.

I fulani sono pastori nomadi che traggono dalle loro mandrie il sostentamento e per utilizzare le terre degli agricoltori come pascoli usano la violenza, lasciando morti e feriti e terra bruciata al loro passaggio.

I numeri di questo conflitto sono preoccupanti: più di 200 gli agricoltori massacrati lo scorso 23 giugno in alcuni villaggi dello Stato centrale di Plateau, in Nigeria, altri 15 uccisi il 23 aprile.

Ifulani sono musulmani e gli agricoltori sono in maggioranza cristiani, per cui c’è il rischio che il conflitto si trasformi presto in uno scontro religioso e tribale”. Scontri con morti e fughe di massa di popolazioni si sono verificati, oltre che in Nigeria,  anche in Mali, in Niger, in Ciad e in Sudan.

La causa è la mancanza di terra determinata dai cambiamenti climatici che nel Sahel producono desertificazione e la perdita di migliaia di ettari ogni anno. Il conflitto è drammatico e senza soluzioni di compromesso: i fulani senza pascoli per i loro animali sono destinati alla morte e gli agricoltori senza le loro terre sono ugualmente destinati a soccombere.

I cambiamenti climatici hanno fatto saltare un equilibrio che per secoli ha consentito la convivenza tra agricoltori e pastori. I primi possedevano i carboidrati necessari alla vita grazie alla coltivazione dei cereali e dei legumi, I secondi possedevano le proteine dei loro animali, anche queste necessarie alla vita. L’incontro tra queste popolazioni e lo scambio tra proteine e cereali consentiva ad entrambe le popolazioni di avere ciò che serve per la vita. Ora che la terra è poca e non sufficiente per tutti è esploso il conflitto che promette di diventare uno dei principali problemi del futuro.

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