23/03/2015 – Sierra Leone – Progetto dei Camilliani per la tutela dei sopravvissuti ad ebola

di Enrico Casale

“E’ stata appena lanciata, presso l’ Holy Spirit Hospital di Makeni, la campagna di siero sorveglianza sui sopravvissuti da Ebola e l’indagine della diffusione potenziale del virus tra i contatti. Si tratta di coloro che sono stati prossimi ad un infettato, ne hanno toccato il cadavere nelle cerimonie di purificazione e di commiato, hanno lavato la biancheria, se ne sono presi cura ecc.” Fr. Luca Perletti, MI, è a Makeni da un paio di mesi al lavoro per contrastare la diffusione del virus. Al telefono con l’Agenzia Fides il Camilliano ha raccontato che “si tratta di un progetto reso possibile dal nuovo Laboratorio installato presso lo stesso Ospedale la cui realizzazione, affidata a EuroBioPark, è stata facilitata da Camillian Task Force attraverso i finanziamenti della Conferenza Episcopale Italiana.” Fr. Luca continua descrivendo il progetto che, “oltre a valorizzare la strumentazione a disposizione dell’Ospedale diocesano, ne esalta le potenzialità e rende un notevole servizio alla comunità civile ed a quella scientifica. Infatti, mentre l’indagine sierologica atta a rilevare le conseguenze del virus su altri organi (es. risvegliare patologie dormienti) permette di monitorare le sequele della epidemia e di curare precocemente i sopravvissuti, la ricerca di anticorpi in soggetti asintomatici, permette di verificare la diffusione del virus, la sua virulenza e la capacità di resistenza umana, rivelando – così – una mutazione del virus, più diffuso ma meno letale.” “La realizzazione di questa iniziativa, le cui caratteristiche sono cliniche e di ricerca allo stesso tempo, non è stata facile per una serie di ragioni. Oltre che all’Holy Spirit Hospital, la stessa indagine / ricerca verrà realizzata presso il Loreto Health Services Clinic delle Suore di Cluny”, scrive il Camilliano. Questo Centro, infatti, si prende cura di oltre un centinaio di sopravvissuti, provenienti dai villaggi dove le Suore di Cluny svolgono cliniche mediche. Il ruolo di CTF in questo processo è stato di aver portato assieme i diversi partner facilitando un lavoro di squadra con il fine di: promuovere iniziative a carattere sanitario e di ricerca; sostenere 400 nuclei familiari in 20 parrocchie in cui sia rilevante il disagio psicologico; favorire la formazione di 28 Facilitatori di processi psico sociali nella comunità e rinforzare la strutture sanitarie di base chiamate Primary Health Units (PHUs).” conclude fr. Luca. – LP/AP – Agenzia Fides

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