Zimbabwe, è iniziata la notte dei lunghi coltelli

di Enrico Casale
robert mugabe

In Zimbabwe è iniziata la lunga lotta per la successione di Robert Mugabe. Il presidente governa dal 1980 e ha compiuto 93 anni. Finora ha retto il potere con pugno di ferro, riuscendo a gestire le faide interne dello Zanu-Pf, il partito al potere. Ma ora, indebolito dall’età e, si dice, da un tumore, fa fatica a contenere gli scontri. L’unica persona di cui si fida è sua moglie Grace, 52 anni, rampante politica che attualmente guida la Lega femminile del partito. È lei, ufficialmente, a essere stata designata successore di Mugabe. Ma la sua ascesa al potere, pur godendo dell’appoggio del presidente, non è così scontata.

Per far spazio a Grace, il 6 novembre, Mugabe ha licenziato il vicepresidente Emmerson Mnangagwa, suo collaboratore di lungo corso. La decisione non è arrivata improvvisa. Già da tempo, lo staff presidenziale lavorava per gettare fango sulla figura di Mnangagwa. Lo stesso presidente Mugabe aveva iniziato a parlare male di lui questa estate, facendone presagire la futura rimozione dalla carica. Spiegando le ragioni del licenziamento, Simon Khaya Moyo, ministro dell’Informazione, ha dichiarato: «Il vicepresidente ha costantemente e persistentemente esibito atteggiamenti di mancanza di rispetto, inganno e inaffidabilità. È evidente che il suo comportamento nello svolgimento delle sue funzioni sia diventato incoerente con le sue responsabilità ufficiali».

Mnangagwa, che si è rifugiato all’estero dopo il siluramento, non è però un burattino. Unitosi alla lotta di indipendenza fin da giovane, ha scalato il potere nel partito diventando ministro della Difesa, poi della Sicurezza stradale e, infine, vicepresidente.  Al sua fianco ha ampie porzioni dello Zanu-Pf ma, soprattutto, le forze armate. Non è un caso che proprio ieri, 13 novembre, il capo di stato maggiore dell’esercito sia sceso in campo per difenderlo.

In una rara dichiarazione, il generale Constantino Chiwenga ha avvertito che i militari potrebbero intervenire se le faide nel partito non si fermeranno. «Le attuali purghe – ha detto in una conferenza stampa che si è tenuta nella capitale – devono interrompersi immediatamente, anche perché prendono di mira membri del partito che hanno fatto la storia del Paese partecipando alla lotta di liberazione. Dobbiamo ricordare a coloro che sono alle spalle dei vertici dello Stato che, quando si tratta di proteggere la nostra rivoluzione, i militari non esitano ad entrare in gioco».

Un chiaro avvertimento a Grace Mugabe. La first lady che trama protetta dal marito non ha partecipato alla lotta di liberazione (era troppo giovane ai tempi) e si è schierata contro Mnangagwa che, oltre ad aver combattuto contro l’esercito della Rhodesia, gode ancora del sostegno dei veterani. La lotta è appena iniziata e, si teme, possa durare a lungo. Ma per mascherare questi scontri, Mugabe ha annunciato che si ricandiderà alle presidenziali nel 2018, all’età di 94 anni…

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