Zimbabwe: al peggio non c’è mai fine

di AFRICA
proteste anti mugabe

Siamo alla fine della sceneggiata del penoso balletto per il potere in Zimbabwe che dura ormai da una settimana. Robert Mugabe, a sorpresa in un discorso televisivo non si è dimesso, come tutti si attendevano pare lo faccia a breve, almeno così dice la Cnn e altre fonti giornalistiche. Il vecchio presidente ha ottenuto piena immunità per se stesso e per la moglie Grace.

Le dimissioni di Mugabe, o almeno il suo impeachment, o almeno un ordine del tribunale che lo accusi di usurpazione del potere e gli imponga di uscire di scena, sono essenziali per il gruppo di militari che ha voluto accelerare la successione al potere. Senza l’Unione Africana, che non può approvare un golpe, sarebbe obbligata a non riconoscere il nuovo regime. Invece la cricca di militari che ha preso il potere ha assolutamente bisogno che sul paese cali il silenzio e la legittimità internazionale per poter continuare a fare affari su un paese ridotto alla feme, in preda ad una crisi economica disastrosa e senza sbocchi.

Al di là del modo in cui si concluderà la vicenda non si può riconoscere che Mugabe è ormai fuori gioco, soprattutto per la sua età. Ma soprattutto è fuori gioco la moglie Grace, 52 anni, che nella sceneggiata di questi giorni è stata completamente assente e che era il vero obiettivo dei golpisti che temevano, come voleva Mil marito, che prendesse il potere.

I vincitori sono senza dubbio la cricca di militari che ha sostenuto Mugabe fino ad oggi e che si sono arricchiti come lui e forse ancora di più. Sono una vera e proprio banda di gangster. Il capo dell’esercito Costantino Chiweke, il vice presidente Emerson Msangawa, il capo dei veterani di guerra Mutsvangwa. Questi gli uomini che per Mugabe hanno fatto il lavoro sporco da quando il vecchio presidente è al potere. Altri attori di questa sceneggiata è Grace Mugabe, il vero obiettivo del golpe. Lei ha conti milionari a Singapore e ha speso con grande disinvoltura denaro dello stato per propri interessi personali. A Parigi, in una sola giornata di shopping, ha fatto fuori 140mila euro. Qualche settimana fa era stata arrestata in Sudafrica con accuse di violenze verso una commessa.

Altro attore è il popolo dello Zimbabwe. In questi giorni è stato l’attore meno apparso in scena, quasi nemmeno una comparsa. Eppure le vicende di queste ore vengono pagate soprattutto dai circa 16 milioni di abitanti di questo paese.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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