Una nuova/vecchia guerra per l’Africa

di AFRICA
Somalia's newly elected President Mohamed Abdullahi Farmajo flanked by outgoing president Hassan Sheikh Mohamud addresses lawmakers after winning the vote at the airport in Somalia's capital Mogadishu

Il neo presidente della Somalia, Mohamed Abdullahi Mohamed, ha dichiarato il suo Paese “zona di guerra” e ha sostituito i capi militari e dell’intelligence, dando poi istruzioni alle forze armate a prepararsi per una nuova offensiva contro i fondamentalisti islamici al Shabaab.

Il presidente ha fatto questo annuncio indossando una uniforme militare, segno che l’annuncio di una imminente offensiva militare è da prendere sul serio. Mohamed Abdullahi Mohamed ha poi detto che i miliziani islamisti di al Shabaab hanno sessanta giorni di tempo per consegnare le armi. Anche sul piano politico il neo presidente è andato giù pesante. Tra le figure di rilievo silurate ci sono il sindaco di Mogadiscio e il capo della polizia. In sostanza l’Africa ha adesso una nuova/vecchia guerra.

“Nuova” perché l’annuncio del presidente ha fatto ufficialmente della Somalia una “zona di guerra”. Sulla carta non lo era più dopo che ai miliziani al Shabaab era stato sottratto militarmente tutto il territorio che controllavano, nell’entroterra e al sud. Ma “Vecchia” perché di fatto il conflitto in Somalia non è mai cessato da quando, nei primi anni novanta, il dittatore Siad Barre fu costretto alla fuga

Anche nei momenti migliori i miliziani al Shabaab hanno fatto sentire il loro peso con continui attentati a Mogadiscio e nelle regioni circostanti. Ora la guerra è tornata ufficialmente con l’obiettivo dichiarato di sconfiggere definitivamente al Shabaab che è una formazione jihadista legata ad al Qaeda che, negli anni, si è macchiata di efferati attacchi come quello all’università di Garissa contro studenti colpevoli di non professare la giusta religione.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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