Tsitsi e quella promessa che ha sconfitto il Governo dello Zimbabwe

di Enrico Casale
Tsitsi Masiyiwa

Ha chiesto a Dio di aiutare lei e il marito a tornare al successo negli affari. In cambio, avrebbe creato una struttura per aiutare gli orfani dello Zimbabwe. Dio deve averla ascoltata perché, dopo numerose traversie, il business è ripreso e lei, fedele alla sua promessa, ha avviato una fondazione che aiuta i bambini soli.

Quella di Tsitsi Masiyiwa è una storia a lieto fine in uno Zimbabwe impoverito e devastato dalla sete di potere di una classe dirigente ingorda. Tsitsi è la moglie di Strive Masiyiwa un brillante imprenditore che fa affari nel settore dell’energia. Lavora soprattutto con lo Stato, ma le attività vanno a gonfie vele. Tanto che a metà degli anni Novanta, Strive Masiyiwa è uno degli uomini più ricchi dello Zimbabwe.

Strive però è un imprenditore dinamico. Alla fine degli anni Novanta, capisce che nel settore delle telecomunicazioni ci sono grandi potenzialità di sviluppo e decide di investire, facendo concorrenza alle Poste e telecomunicazioni dello Zimbabwe, la grande azienda pubblica che gestisce il comparto.

Mettendosi contro la dirigenza di un’impresa pubblica, Strive si inimica molti politici che sono legati a quella impresa. Alla famiglia Masiyiwa arrivano i primi avvertimenti: «Non sfidate lo Stato. Potreste venirne distrutti». Ciò significa che ha toccato interessi vitali per la classe politica zimbabwiana. E, infatti, gli vengono negate le licenze per poter operare nel settore. Lui non si arrende. Fa causa allo Stato abuso accusandolo di posizione dominante.

Il nemico che si è scelto però è forte e ben organizzato. Il Governo accetta la battaglia in tribunale. Subdolamente, però, i politici gli «tagliano l’erba sotto i piedi». Alla Retrofit Engeneering, l’azienda di Masiyiwa che vive grazie alle commesse pubbliche, vengono tolte le commesse pubbliche. Senza soldi per pagare gli stipendi dei suoi dipendenti e per sostenere le spese dei suoi avvocati, Strive è sul lastrico. La politica sembra aver vinto.

I politici però non hanno fatto i conti con Tsitsi Masiyiwa. Molto religiosa, decide di fare una promessa al Signore: «Se ci aprirai di nuovo le porte del successo, impegnerò gran parte dei guadagni per aiutare gli orfani». Con i pochi soldi rimasti, i due coniugi Masiyiwa creano il Cafarnao Trust che sfama decine di bambini senza famiglia e offre loro borse di studio per continuare a studiare.

Nel frattempo, però, la battaglia legale va avanti e arriva di fronte alla Corte Suprema. I giudici supremi, meno influenzati dalla politica, danno ragione a Strive e concedono alla sua azienda, la Econet Wireless, una licenza per poter operare nel settore della telefonia mobile. La Corte Suprema stabilisce inoltre che il monopolio del Governo in materia di telecomunicazioni è in contrasto con una disposizione della Costituzione. L’azienda decolla subito e, già a metà degli anni Duemila, ha più 15 milioni di abbonati in Zimbabwe, ma anche in Botswana, Burundi e Lesotho.

Tsitsi non fa un passo indietro nei confronti degli orfani. Anzi, festeggia la vittoria insieme a loro. E continua a investire risorse per aiutarli. In particolare, le borse di studio per far frequentare loro i college negli Stati Uniti. Dallo Zimbabwe passa poi al Sudafrica e poi al Burundi.

Strive e Tsitsi Masiyiwa sono tornati a essere ricchi, ma condividere la ricchezza con i meno fortunati è diventato per loro più che un impegno, un dovere morale.

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