Sud Sudan – Cuamm: «La carestia non è terminata»

di Enrico Casale
Siccità: un killer che uccide fiumi, dromedari e... uomini

“Nei giorni scorsi Fao, Unicef e Wfp (World Food Programme) hanno dichiarato ufficialmente conclusa la carestia aperta nel febbraio scorso. Può darsi sia così, magari nella capitale Juba! Sicuramente non lo è a Yirol, Rumbek, Cueibet, Maper o in uno qualsiasi degli oltre 90 centri sanitari dove siamo impegnati, con i colleghi locali, a far fronte a una situazione ancora drammatica”. Così scrive d. Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, che ieri sera è ripartito alla volta del Sud Sudan a soli 2 mesi dall’ultima missione sul posto.
“Nelle aree rurali, specie al nord del paese, nell’ex stato dei Laghi e di Unity, si fa ancora tanta fatica a trovare cibo e alimenti – scrive d. Dante nella nota inviata a Fides -. Il pound sud-sudanese è ormai carta straccia, la povertà è grave e dilagante e in giro vedi sempre più armi e l’insicurezza aumenta. L’altro ieri una nostra auto, nella contea di Wulu (ex stato dei Laghi), è stata attaccata. Non hanno toccato il nostro personale, cercavano dollari o alimenti. Ogni mezzo è buono pur di trovare cibo per la famiglia!”
“In un contesto così abbiamo bisogno di essere uniti, compatti, sostenerci l’un l’altro – conclude il sacerdote -. Abbiamo molto personale, locale e internazionale, impegnato sul posto a dare assistenza alle tante mamme e bambini, le fasce più deboli e vulnerabili. Quando maggiore è la fatica, tanto più alta e limpida deve essere la consapevolezza della nostra missione. Dove la notte sembra prevalere è doveroso coltivare presenze e segni di speranza!”.
(39/06/2017 Fonte: Agenzia Fides)

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