Ruanda, per non dimenticare il genocidio

di AFRICA
Ruanda, per non dimenticare il genocidio

Ruanda, primavera 1994: in meno di cento giorni, un milione di persone – in gran parte di etnia tutsi, ma anche Hutu moderati – vengono massacrate con machete, armi da fuoco, bastoni chiodati, in uno dei più sanguinosi episodi della storia dell’Africa del XX secolo.

Per non scordare quanto successo, un gruppo di ruandesi che vivono in Italia ha fondato Ibuka Italia – Memoria e Giustizia: associazione non profit che intende diffondere la memoria del genocidio attraverso incontri e conferenze, ma anche mostre e pubblicazioni, oltre a sostenere i sopravvissuti che vivono nel nostro Paese offrendo loro aiuto psicologico.

«Nella nostra lingua, ibuka significa “ricorda”», spiega Jean-Pierre Kagabo, presidente della neonata organizzazione. Che ammonisce: «Molti dei carnefici sono fuggiti in tutto il mondo, dobbiamo fare tutto il possibile per portare di fronte alla giustizia chi ha commesso quelle atrocità». Ibuka Italia fa parte di una rete di analoghe associazioni europee.

Pagina Facebook Ibuka Italia

(Valentina Giulia Milani)

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