«Regeni è stato ucciso dalla polizia»

di Enrico Casale
regeni

pestaggio di una donna da parte della polizia egiziana«Non c’è dubbio: è stata la Polizia a uccidere Giulio Regeni. Quelle sono le modalità con le quali gli agenti fanno fuori oppositori e gente scomoda. Purtroppo, per noi egiziani, non c’è nulla di nuovo». La nostra fonte egiziana, che ovviamente vuole rimanere anonima, conosce a fondo i metodi operativi delle forze dell’ordine del Cairo. È consapevole della violenza all’interno dei commissariati e nelle prigioni.

«Il modo in cui è stato torturato il ricercatore italiano – continua – è tipico della Polizia. Ne uccidono tanti con quei sistemi. Anche se, solitamente, muoiono in prigione». Ma i corpi delle persone morte vengono fatti sparire? «No, la Polizia generalmente dice che le persone in loro custodia sono morte in scontri tra prigionieri o si sono suicidate e restituiscono i cadaveri alle famiglie. Queste invocano indagini trasparenti che però sono talmente lunghe, tortuose e inconcludenti che la gente finisce per dimenticarsene. Regeni probabilmente aveva scoperto qualcosa o era entrato in contatto con qualcuno di cui gli agenti cercavano indirizzo e contatti. Regeni ha taciuto e loro l’hanno torturato fino alla morte».

l'arresto di un dimostrante egizianoIn una conferenza stampa, che si è tenuta ieri mattina, la Polizia ha respinto qualsiasi coinvolgimento nella morte di Regeni. Ma, dopo la caduta di Morsi, il regime egiziano ha inasprito la presa su tutto ciò che gravita intorno all’opposizione. La mano della repressione si è fatta via via più pesante. Interi apparati dello Stato utilizzano normalmente la tortura e le violenze per estorcere informazioni o per scoraggiare qualsiasi atto di ribellione. «Quello egiziano – conclude la nostra fonte – è un regime di stampo fascista. I diritti civili non sono rispettati. Non esiste libertà. La violenza è dappertutto. È triste dirlo, ma il mio non più un Paese in cui crescere serenamente i propri figli».

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