Processo storico in Sud Kivu, per la prima volta alla sbarra i responsabili di stupri di massa

di Enrico Casale
donne africane

Diciotto persone, tra le quali un politico locale, sono comparsi ieri, 9 novembre 2017, davanti a un giudice del tribunale di Kavumu nella Rd Congo. Dovranno rispondere di violenza sessuale su 46 ragazze. Si tratta di un processo storico per il Paese. Questa è una delle poche occasioni in cui si è riusciti a trascinare davanti a una corte giudiziaria i responsabili di stupri e violenze inaudite. Tanto è vero che ieri l’aula era stracolma di persone e membri delle organizzazioni non governative che chiedevano giustizia per crimini orrendi.

Ma di quali fatti devono rispondere gli accusati? Tra il 2013 e il 2016, Kavumu è diventato il simbolo dei crimini sessuali su vasta scala perpetrati nella Rd Congo. Nell’arco di tra anni, il villaggio del Sud del Kivu è stato il teatro di una violenza inaudita. Ragazze di meno di 12 anni e perfino neonate sono state rapite durante la notte e violentate per giorni.

«Tra l’inizio del 2013 e la metà del 2016, più di quaranta ragazze, di età compresa tra 8 mesi e 12 anni, sono state rapite e stuprate – spiegano alcuni esponenti di Ong -. Molte di queste bambine sono state poi curate da Denis Mukwege medico dell’ospedale Panzi, famoso per aver trattato centinaia di donne dalla conseguenze terribili degli stupri».

Il procuratore militare di Kavumu ha aperto una causa nel 2016, spinto dalle pressioni delle famiglie delle vittime e delle Ong locali e internazionali. Le indagini hanno portato a individuare 18 sospetti, tutti i membri di una milizia sotto il comando di Frederic Batumike. L’accusa è pesante: crimini contro l’umanità, insurrezione e stupro di massa. Tra essi anche un politico locale che è imputato per l’omicidio del difensore dei diritti umani Évariste Kasali avvenuto nel 2016.

Il processo potrebbe costituire un prezioso precedente. «L’importanza del processo di Kavumu va ben oltre le vittime e le loro famiglie – afferma Philip Grant, direttore di una Ong -. Questo giudizio sfida l’omerta e l’inerzia giudiziaria che circonda la violenza sessuale nel Sud Kivu. È un grande passo avanti per la giustizia congolese».

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