Non solo dighe, l’Etiopia scommette sull’energia che viene dalla terra

di Enrico Casale
Impianto geotermico

Non solo energia idroelettrica, l’Etiopia scommette anche sulla geotermia. Un consorzio di università britanniche e etiopiche sta compiendo indagini geologiche attraverso immagini satellitari per aiutare a comprendere il potenziale geotermico del Paese. I primi risultati ottenuti sono ottimi risultati.

Che il potenziale geotermico fosse rilevante lo si sapeva da tempo. Circa 20 anni fa, fu costruita una prima centrale geotermica a Aluto-Langano, circa 200 km a sud della capitale Addis Abeba. L’impianto attualmente non è operativo, ma si sta progettando di estendere la sua capacità a 70 MW e rimetterlo in moto. Ma, secondo il sito www.thinkgeoenergy.com, l’Etiopia, che è un Paese vulcanico, può, già ora, sviluppare 1.000 MW di energia. Investendo in tecnologie avanzate, però, sarebbe possibile ottenere fino a 10.000 MW. Gli impianti, a differenza delle grandi dighe che l’Etiopia sta realizzando sul fiume Omo e sul Nilo, non hanno un grande impatto sull’ecosistema. La geotermia potrebbe quindi essere una fonte energetica abbondante e pulita in grado di rispondere, almeno in parte, alla «fame» di corrente elettrica del Paese nel quale, attualmente, circa il 77% della popolazione non ha accesso all’elettricità.

Le prime indagini satellitari compiute dal consorzio di università britanniche e etiopiche non solo hanno confermato il potenziale, ma hanno scoperto che, sfruttando alcune caratteristiche della geotermia locale, è possibile ottenere più acqua calda. Dalle prima immagini satellitari si è notato infatti  che alcuni vulcani etiopici si muovono gonfiandosi e sgonfiandosi. È come se questi vulcani respirassero. I ricercatori non sanno con precisione che cosa provochi questi alti e bassi, ma hanno capito che laddove questo succede siamo in presenza di magma, acque geotermiche e gas che si muovano a non più di cinque chilometri dalla superficie. Il calore da loro sviluppato può quindi essere sfruttato in modo semplice ed economico.

Questi fenomeni sono particolarmente evidenti al confine tra Etiopia e Gibuti. Qui, recentemente, è stata inaugurata ufficialmente la ferrovia di 750 km che collega la capitale etiopica Addis Abeba e il porto di Gibuti. Il governo di Addis Abeba, in collaborazione con quello di Gibuti, sta quindi progettando alcune centrali geotermiche nella regione di confine in modo da ottenere l’energia sufficiente a muovere i treni. Per l’Etiopia, questo sarebbe un fattore di sviluppo economico importante. Uno sviluppo pulito e rinnovabile.

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