Mugabe, l’Unione africana val bene una mucca

di Enrico Casale
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Che Robert Mugabe fosse un leader stravagante, è risaputo. Che gli piacesse provocare, anche. Che amasse l’eccesso, pure. Ma questa volta Mugabe ha voluto andare un po’ più in là. Di fronte al summit dei capi di Stato dell’Unione africana ha annunciato che avrebbe donato personalmente un milione di euro all’istituzione panafricana e ha affermato che, per racimolare la somma, è stato costretto a vendere 300 mucche del suo allevamento. Un sacrificio personale per mantenere una promessa fatta due anni fa di fronte all’assise. «Questo umile gesto da parte dello Zimbabwe – ha dichiarato – non dev’essere preso alla lettera da tutti i leader, ma vuole solo dimostrare che cosa è possibile fare quando la gente si applica e mantiene i propri impegni».

Quello che sembra essere un gesto plateale e provocatorio, in realtà, mette in evidenza un problema che attanaglia l’Unione africana dalla sua fondazione: il reperimento dei fondi. Attualmente, per le sue finanze, l’istituzione dipende dall’estero. Il bilancio dell’Unione africana nel 2017 ammonta a 782 milioni di euro, in forte crescita rispetto al 2016 quando ammontava a da 416,8 milioni. Nel luglio 2016, i leader africani hanno concordato, in linea di principio, di un prelievo dello 0,2% su alcune esportazioni per aiutare il finanziamento dell’organizzazione. I primi cinque contributori africani sono Algeria, Egitto, Libia, Nigeria e Sudafrica. Da anni, però, circa il 60% del bilancio dell’Unione africana è finanziato dai donatori tra cui l’Unione Europea, la Banca Mondiale e i Governi di Paesi non africani.

A ragione, Mugabe, 93 anni, al potere dal 1980, ha dichiarato che il dipendere da fonti straniere è pericoloso. A suo parere, infatti, ciò permette alle grandi potenze di interferire nel lavoro dell’organizzazione. «L’Africa – ha affermato il leader dello Zimbabwe – ha bisogno di finanziare i propri programmi. Istituzioni come l’Unione africana non devono contare su finanziamenti di donatori esterni. Questo modello non è sostenibile nel lungo periodo».

Per questo motivo, siccome le finanze del suo Paese sono disastrate (anche a causa delle politiche di Mugabe), il vecchio leader ha deciso di vendere una parte della sua mandria per raccogliere i fondi per l’Ua. Una mossa a effetto che riuscirà a convincere i suoi colleghi a far altrettanto?

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