Lotta alla fame, c’è ancora molto da fare

di Enrico Casale
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fameObiettivo «Fame Zero»? C’è ancora molto da fare, soprattutto in Africa. A denunciarlo è l’Ong Cesvi che oggi, 11 ottobre, presenta l’Indice globale della fame. Giunto all’11a edizione, questo parametro registra la situazione in 118 Paesi e si inserisce nel quadro dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni unite che si propone, entro il 2030, di «porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile».

Secondo gli analisti, in 50 dei 118 Paesi analizzati, i livelli di fame rimangono «gravi» (43 Paesi) o «allarmanti» (7 Paesi). La regione più colpita è l’Africa subsahariana, seguita dall’Asia. Nelle posizioni peggiori della classifica troviamo: Repubblica centrafricana, Ciad e Zambia seguite da Haiti, Madagascar, Yemen, Sierra Leone, Afghanistan, Timor Est e Niger. Complessivamente i denutriti cronici sono 795 milioni, nei Paesi del Sud del mondo un bambino su quattro è affetto da arresto della crescita e l’8% da deperimento.

Nonostante la situazione sia ancora delicata, l’Indice ha registrato alcuni segnali positivi. Il livello di fame nelle nazioni in via di sviluppo è diminuito del 29% dal 2000 a oggi e, per il secondo anno consecutivo, nessun Paese del Sud del mondo è risultato nella categoria «estremamente allarmante». Anche se è vero che in 13 Stati non è stato possibile raccogliere i dati. Tra questi Sud Sudan, Sudan, Rd Congo e Libia.

fame«Il mondo – ha dichiarato Daniela Bernacchi, amministratore delegato di Cesvi – ha compiuto progressi sostanziali nella lotta alla fame, ma a una velocità ancora non sufficiente per raggiungere l’Obiettivo “Fame Zero” entro il 2030. Porre fine alla fame nel mondo è un obiettivo ambizioso, ma non impossibile. Per raggiungerlo è necessario che tutti gli attori in gioco aumentino l’impegno e la responsabilità: stabilire le giuste priorità per garantire che i governi, il settore privato e la società civile dedichino tempo e risorse necessarie per sconfiggere la fame. Shashe Citrus Orchard, il progetto agricolo portato avanti dal Cesvi tra Sudafrica e Botswana, dimostra quanto sia fondamentale concentrarsi, nell’ambito delle politiche agricole nazionali dei Paesi colpiti dalla fame, sull’estirpazione della povertà e sulla sicurezza alimentare e nutrizionale».

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