Libia – Tensioni all’interno dell’Isis tra libici e stranieri

di Enrico Casale
daesh in libia

Con l’avvicinarsi delle milizie di Misurata da sud e da ovest e dell’esercito del generale Khalifa Haftar da est, si stanno acuendo sempre di più le divergenze tra i miliziani libici e quelli stranieri dello Stato islamico (Is) a Sirte, occupata dal gruppo armato dal giugno del 2015. I primi segnali di queste divergenze erano giunti nei giorni scorsi tramite notizie frammentarie su scontri a fuoco e fughe di elementi del gruppo jihadista. A certificare l’esistenza di questo fenomeno è invece quanto emerge dal messaggio diffuso da uno dei leader jihadisti, Abu Azzam al Yemeni, che chiede di “trovare una soluzione a queste divergenze prima che sia troppo tardi”. Secondo il sito web informativo libico “al Wasat”, a Sirte sono stati diffusi lunedì scorso, 23 maggio, dei volantini nei quali si chiedeva di partecipare “ad una riunione di riconciliazione tra le fazioni”, fissata per ieri. La riunione si sarebbe dovuta tenere dopo l’esecuzione della condanna a morte nei confronti di due capi libici del gruppo jihadista. Per questo lo yemenita Abu Azzam ha invitato attraverso un messaggio scritto in un documento diffuso in città e su Twitter a “trovare un accordo”.
Si legge nel foglio scritto al computer in arabo che “molti fratelli qui a Sirte stanno assistendo a episodi di scontri e di divisioni simili a quelli che si vivono anche nelle zone controllate dai tiranni. In particolare molti fratelli stranieri non credono a ciò che vedono e a quanto compiuto dai fratelli libici del gruppo che sono ancora segnati dalle abitudini e dai pensieri del regime precedente e dei miscredenti palesando e frapponendo la loro appartenenza tribale o geografica a quella dello Stato islamico. Si rifiutano di donare quanto guadagnato e di abbandonare le tradizioni del periodo dell’ignoranza fermando gli altri dal compiere il jihad, i fratelli stranieri vedono che i libici sono incerti nell’applicare le leggi dello Stato islamico”.
(26/05/2016 Fonte: Agenzia Nova)

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