Libertà di stampa: Namibia in testa, Eritrea e Gibuti sempre più in basso

di Enrico Casale
giornali africani

È la Namibia a guidare la classifica della libertà di stampa stilata da Reporter senza Frontiere e pubblicata in occasione del World Press Freedom Day che si celebra oggi, 3 maggio. La Namibia occupa il 24° posto ed è seguita da Ghana, Capo Verde, Sudafrica, Burkina Faso, Botswana, Mauritania, Mauritius, Madagascar e Senegal completano cima lista dell’Africa 10.

Nel rapporto 2017, i Paesi africani migliorano nettamente le loro posizioni rispetto agli anni precedenti. E il continente africano, nel suo complesso, ormai segue solo l’America del Nord e l’Europa in tema di libertà di stampa.

Rimangono però molte criticità. In molti Paesi si registrano casi di chiusure di giornali, taglio delle connessioni Internet, arresti di giornalisti.

L’Eritrea, stabilmente nell’ultima posizione della classifica, è il caso più conosciuto. Nella piccola nazione dell’Africa orientale non esistono media liberi. I giornalisti lavorano tutti per testate legate direttamente al regime e si limitano a fare da megafono alle «veline» del Governo. Situazioni delicate anche in Sudan, Rd Congo e Burundi dove le crisi politiche hanno ricadute anche sulla libertà di stampa.

Situazione critica anche nel piccolo Gibuti, dove ormai non sono presenti media indipendenti. Il Paese è classificato alla 172a posizione su 180.

Il rapporto segnala, infine, due casi di giornalisti perseguitati: Abba Ahmed condannato per la sua attività professionale a 10 anni di carcere da un tribunale militare del Camerun ed Eskinder Nega, detenuto nelle carceri etiopi dal 2011.

Alcuni progressi sono stati fatti, ma il cammino è ancora lungo.

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