La strategia italiana per i migranti

di Enrico Casale
migranti

Con l’uscita di scena di Medici Senza Frontiere e delle navi delle ultime Ong, non c’è più nessuno, nel Mediterraneo, che salva i migranti. La strategia Minniti era proprio questa.
Di fatto l’Italia si è creata il suo muro anti-migranti, un vero e proprio muro come quello dell’Ungheria di Orban, dell’Austria al Brennero e della Francia a Ventimiglia. L’Italia si è convertita dunque alle politiche di chiusura dell’Europa. Ora i salvataggi nel Mediterraneo verranno compiuti solo dalle nostre motovedette…. Si, le nostre ma quelle che il governo Gentiloni e il ministro Minniti hanno regalato alla Libia. Beniteso, alla Libia dell’uomo che in Libia, oggi, conta meno, il premier di Tripoli Sarraj.
E i migranti “salvati” (ed è proprio il caso di mettere questa parola – “salvati” – tra virgolette) finiranno ancora nei centri di detenzione libici da dove son partiti. Come in un tragico gioco dell’Oca torneranno alla partenza, in questi centri che non si può definire in altro modo che Lager, magari a marcirvi per anni, magari dopo mesi di viaggio e di soldi spesi e guadagnati con un lavoro da schiavi.
E’ chiaro che in queste condizioni la rotta del Mediterraneo andrà in disuso e l’Italia potrà esultare per la sua lungimirante strategia.
Ma i migranti, come insegna la storia, non li ferma nessuno ed è chiaro che verranno cercate nuove rotte, più lunghe e pericolose. Ed è chiaro che ci saranno più morti.
Ecco, per chi non avesse ancora capito queste sono le probabili conseguenze della strategia del governo italiano.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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