Kenya: si vota!

di AFRICA
Elezioni in Kenya ottobre 2017

Alla fine domani si vota. Lo ha deciso la Commissione elettorale ed è l’ultimo verdetto di una commissione discussa, che ha preso decisioni clamorose, che è stata falcidiata da dimissioni ma ancora prima da assassinii. E che ora, dopo avere annullato le elezioni dell’otto agosto vinte dal presidente uscente Kenyatta ha dato ragione al capo dello stato che voleva a tutti i costi le elezioni di domani, anche se manca lo sfidante, l’oppositore di sempre, Raila Odinga che si è ritirato dalla consultazione.

Ma andiamo con ordine. Il 26 luglio, a pochi giorni dalle elezioni, era stato trovato morto, assassinato, uno dei membri della commissione elettorale. Un omicidio che faceva comprendere che, evidentemente, sulla commissione si stavano facendo forti pressioni.

L’8 agosto, alla fine, si era votato tra ingenti misure di sicurezza e all’insegna della super tecnologia. Vinse Kenyatta, come detto, ma a sorpresa dopo poche settimana la Corte costituzionale aveva annullato il risultato delle elezioni per «illegalità e irregolarità». Era la prima volta che accadeva in Africa che l’emanazione di un governo al potere annullasse una consultazione vinta, appunto, dal presidente uscente. La Commissione elettorale fissò come data per la consultazione il 26 ottobre, domani appunto.

Si è ripartiti, ma l’opposizione ha puntato tutto sulla riforma della commissione elettorale ritenuta non più credibile, facendo un elenco di 12 modifiche «irrinunciabili» per rendere le elezioni «credibili e trasparenti». La costituzione sancisce che il nuovo voto debba avvenire entro 60 giorni. Troppo pochi per una riforma di quella portata. Per l’opposizione, dunque, le elezioni di domani non potranno che essere peggiori di quelle precedenti. Lo sfidante, Raila Odinga, si è ritirato dalla corsa e ha invitato i suoi elettori a non votare. Un boicottaggio.

Cosa accadrà domani? dal punto di vista dei voti non può che vincere Kenyatta ma sull’intero paese aleggia un clima inquietante che fa temere un esito come quello delle elezioni del 2007 quando ci furono almeno mille morti e 400mila sfollati. Ci furono scontri sanguinosi tra sostenitori dei due candidati, il vincitore Kenyatta, di etnia Kikuyo, e lo sfidante Odinga, di etnia Luo. Il rischio anche questa volta è che venga innescata l’arma etnica. I kikuyo sono senpre stati al potere, con Kenyatta padre, poi Daniel Arap Moi e ora con Kenyatta figlio. I luo mai. Odinga è la quarta volta che perde, ha settantadue anni e questa è chiaramente la sua ultima chances.

E poi c’è il Kenya. Paese cruciale in Africa, conteso dagli investitori occidentali e dai nuovi arrivati, cinese, malesi che puntano a farne un terminale, a cavallo della frontiera somala, dove far arrivare materie prime agricole e minerarie della ricchissima regione dei Grandi Laghi ma anche per il petrolio sudsudanese. Le elezioni di domani sono un passaggio obbligato, per tutti.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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