João Lourenço, l’Angola ha scelto la continuità

di Enrico Casale
Joao Lourenco

Ora è ufficiale: il nuovo presidente dell’Angola sarà João Lourenço e il suo vice sarà Bornito de Sousa. Ieri, 6 settembre, la commissione elettorale, dopo aver respinto le denunce di irregolarità, ha proclamato i risultati definitivi delle elezioni presidenziali che si sono tenute il 23 agosto. Come già ampiamente annunciato, il candidato dell’Mpla (Partito del Movimento Popolare di liberazione dell’Angola) è stato eletto con ampio margine. Il partito al governo dal 1979 ha ottenuto il 61,07% dei voti e 150 deputati. L’Unita si conferma principale partito di opposizione con il 26,67% dei voti e 51 deputati, seguito da Casa-CE che ha guadagnato 9,44% e 16 seggi. Secondo fonti ufficiali, João Lourenço presterà giuramento il 25 settembre.

Termina così l’era di Eduardo Dos Santos, il presidente che per 38 anni ha retto le sorti di questo Paese ricco di risorse naturale, ma stretto nella morsa di una povertà diffusa.

Lourenço però non è un uomo nuovo. Ex generale, 63 anni, ministro della Difesa, sposato, padre di sei figli è originario della città costiera di Lobito. Formato militarmente nell’ex Urss, fa parte del partito di maggioranza Mpla ed è sempre stato l’ombra di Dos Santos. A lui spetterà ridurre l’enorme gap tra una ristretta élite politico-economica che vive una ricchezza sfrenata e la maggioranza della popolazione che si dibatte in una povertà estrema. Dovrà farlo in un contesto internazionale che ha portato a una costante riduzione del prezzo del petrolio, principale entrata del Paese.

«C’è una grande aspettativa su come il Mpla riuscirà a dare risposte alle principali richieste sociali ed economiche del Paese – ha dichiato Lourenço nel comizio finale della sua campagna elettorale – Sono convinto che queste risposte verranno e non scontenteranno nessuno. Vogliamo dare continuità all’opera avviata da Neto (primo presidente dell’indipendenza del Paese dalla colonizzazione portoghese nel 1975, ndr) e Dos Santos, puntando allo sviluppo sociale ed economico del Paese e al benessere dei suoi cittadini, nel quadro della democrazia, dei diritti e della tutela delle libertà fondamentali».

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