Italia – Giornata contro la tratta: 100mila prostitute, il 70% sono africane

di Enrico Casale
prostituzione

“Sulle strade italiane ci sono centomila prostitute, 70-80mila sono africane, le altre provengono da Est Europa, America latina e Cina. Sono tutte vittime di un sistema che riduce in schiavitù le donne, che vengono violate fisicamente e psicologicamente”. Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, sintetizza così il fenomeno della tratta delle donne in occasione della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta che si celebra domani, 8 febbraio.
“La maggior parte delle vittime provengono dall’Africa e, in particolare, dalla Nigeria – continua -. Sono quasi tutte minorenni e analfabete. Pensano di trovare in Europa un luogo di riscatto dalla loro povertà. Per questo motivo attraversano il deserto e il Mediterraneo, tra sofferenze e fatiche inaudite. Ma ciò non impietosisce i trafficanti che, appena arrivate, le costringono a vendersi”. Negli ultimi anni, prima di arrivare, vengono anche violentate e messe incinte. “I protettori – spiega suor Eugenia – sanno che le migranti incinte godono di percorsi facilitati per ottenere i permessi di soggiorno. Sanno anche che molti clienti delle prostitute chiedono ragazze incinte. Questo dimostra l’aberrazione della tratta, la violenza dei trafficanti e la grettezza dei clienti”.
Non si tratta solo di violenze fisiche, ma anche psicologiche. Le nigeriane vengono costrette a subire riti voodoo che le legano ai protettori. “Le ragazze – osserva suor Eugenia – non hanno strumenti culturali per resistere a questi riti. Credono realmente a ciò che viene detto loro. In più, esse subiscono quotidianamente le percosse e le minacce di violenze sulle famiglie di origine. Per questi motivi hanno paura a liberarsi dai protettori”.
La prostituzione in Italia ha un giro di affari stimato in 32 miliardi di euro. Un capitale che fa gola anche alle mafie italiane che collaborano con i nigeriani. Per contrastare questo fenomeno, congregazioni religiose, Caritas e associazioni laiche hanno organizzato un lavoro in rete per aiutare le vittime della tratta. “A partire dagli anni Novanta – conclude suor Eugenia -, molte comunità religiose hanno iniziato ad accogliere le ragazze nigeriane fuggite ai trafficanti. Le abbiamo assistite dal punto di vista medico e psicologico. La abbiamo aiutate a studiare e a inserirsi nella nostra società. Da qualche anno, le aiutiamo anche a rientrare in patria. Per loro organizziamo progetti ad hoc e le accogliamo in due case una a Benin City e una a Lagos. Lavoriamo a stretto contatto con le suore locali in un lavoro che sta dando ottimi risultati. Qui in Italia serve un maggior impegno nelle comunità cristiane per sensibilizzare la gente sul tema della tratta. Speriamo che questa giornata possa servire ad aprire una riflessione sullo sfruttamento”.
(08/02/2018 Fonte: Fides)

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