Italia – Festival della Missione, ecco il programma

di Enrico Casale
Festival della missione

Oltre 80 ospiti, italiani e internazionali, una dozzina di tavole rotonde e incontri d’autore (a cui vanno aggiunte le presentazioni “in 60 minuti” nella Libreria del Festival), 7 spettacoli (concerti, rappresentazioni teatrali, esibizioni corali), veglie di preghiera in venti diversi luoghi della città e della provincia, 23 mostre diffuse sul territorio. E ancora, animazione di strada per famiglie e bambini, l’originale proposta dell’aperitivo con il missionario e le quotidiane celebrazioni eucaristiche (la Messa di domenica sarà trasmessa in diretta su RaiUno), seguite da meditazioni di taglio ecumenico.

Sono alcuni numeri del primo Festival nazionale della Missione, dal titolo “Mission is possible”, in programma a Brescia dal 12 al 15 ottobre, i cui contenuti e obiettivi sono stati presentati ieri alla stampa nella Sala Giudici del Comune di Brescia. Insieme al sindaco della Leonessa, Emilio Del Bono, sono intervenuti il direttore artistico, il giornalista e scrittore Gerolamo Fazzini, e i rappresentanti dei tre soggetti promotori: suor Marta Pettenazzo (presidente della Cimi, Conferenza degli Istituti Missionari Italiani), don Michele Autuoro (direttore della Fondazione Missio, organismo pastorale della Cei) e don Carlo Tartari (direttore del’Ufficio missionario della Diocesi di Brescia). A coordinarli, don Adriano Bianchi (direttore della Voce del Popolo e presidente Fisc).

Il programma
Dalla sera di giovedì 12 ottobre a quella di domenica 15, Brescia sarà la “capitale” del mondo missionario italiano (e non solo). Un mondo ricco di storia, progettualità, entusiasmo, che ancora coinvolge decine di istituti religiosi e i loro centri di animazione e formazione, le diocesi italiane con i rispettivi centri missionari, i tanti gruppi attivi nelle parrocchie, le numerose riviste specializzate. Ma quello missionario è anche un mondo che spesso fatica a fare sinergia al proprio interno e a raccontarsi efficacemente all’esterno. Da qui, hanno spiegato i promotori, l’idea di un Festival, un evento poliedrico ma unitario, capace di comunicare valori senza tempo con linguaggi nuovi.

Ad aprire il Festival sarà un momento di preghiera “diffusa” in tutta la città e la provincia: in 16 parrocchie e, scelta non casuale, in quattro monasteri di clausura, una quarantina di missionari e missionarie, religiosi e laici, porteranno la loro testimonianza, rendendo presenti drammi e speranze dei luoghi più disparati del pianeta. Alle loro parole seguirà, in ciascuna sede, un momento di preghiera.

Poi, da venerdì, alle classiche tavole rotonde – come le tre che saranno dedicate al futuro della missione ad gentes, a Matteo Ricci e al volto femminile della missione – si alterneranno format meno tradizionali, come l’evento serale all’Auditorium San Barnaba, che unirà riflessione e spettacolo, preghiera e arte, portando sul palco anche una delle voci più autorevoli del cristianesimo asiatico, il cardinale filippino Luis Antonio Gokim Tagle.
Significativo anche il fatto che la giornata di venerdì avrà come luogo fulcro le due università cittadine, Statale e Cattolica, a significare che la missione e l’annuncio del Vangelo non possono non dialogare con il mondo della cultura e della ricerca.

Il sabato avrà un momento clou già al mattino, con la consegna, da parte del cardinale Ernest Simoni (tra i pochi preti sopravvissuti al regime comunista albanese), del tradizionale Premio Cuore Amico a tre missionari italiani che si sono distinti nel loro impegno per la costruzione di un mondo più giusto. Lo stesso impegno che anima gli ospiti internazionali del pomeriggio. Con loro, nel prestigioso Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, si parlerà di Africa e America Latina, senza dimenticare i drammi che ci toccano da vicino, come la piaga della tratta di esseri umani.
In serata spazio invece all’arte e alla musica, con un occhio di riguardo per i giovani: prima l’aperitivo con il missionario in alcune piazze del centro città, occasione per allargare il proprio sguardo sul mondo e magari rivedere alcuni pregiudizi sui missionari; poi lo spettacolo teatrale “Vento”, a cura del gruppo giovanile La Mangrovia; infine, in contemporanea, la rappresentazione teatrale dedicata a suor Irene Stefani (missionaria bresciana beatificata nel 2015), prodotta per il Festival dalla compagnia Controsenso, e il concerto – in piazza Paolo VI – dei The Sun, una delle christian rock band più amate dai giovani: una serata per la pace che vedrà sul palco anche Max Laudadio, volto noto di Striscia la notizia, e proseguirà con la “Notte bianca della missione”.

La messa di domenica 15 ottobre verrà celebrata da mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, e trasmessa in diretta su RaiUno. Accanto a momenti musicali e di intrattenimento, in piazza e nei teatri, a offrire ulteriori contenuti e stimoli saranno tre tavole rotonde: sulle migrazioni come nuova frontiera della missione, su missione, cultura e informazione, infine su denaro, Vangelo e crisi economica. In serata un concerto di Scalamusic (gruppo legato ai missionari Scalabriniani) e l’evento conclusivo: un inconsueto dialogo, a base di parole e musica, tra Davide Van de Sfroos e padre Franco Mella, missionario del PIME a Hong Kong e apprezzato cantautore.

Gli ospiti
Saranno ovviamente i missionari i principali protagonisti del Festival: donne e uomini, consacrati e laici, italiani e stranieri. Da suor Gabriella Bottani, alla guida di una rete di religiose che combattono lo sfruttamento della prostituzione, ai Superiori generali dei padri della Consolata e delle suore Comboniane; da alcuni laici in missione nel Sud del mondo con le loro famiglie a padre Zanotelli, che ha fatto delle periferie napoletane la sua terra di missione; da suor Rosemary Nyirumbe, che strappa i piccoli ugandesi a un destino di bambini soldato, a padre Alejandro Solalinde, candidato al Nobel per la Pace e minacciato dai narcos messicani per il suo impegno a favore dei migranti.

Insieme a loro, tre cardinali (oltre a Tagle e Simoni, anche Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli), cinque vescovi (compreso il nuovo pastore di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada), esponenti del mondo accademico, della cultura e della società civile (come Luigino Bruni, Francesco Castelli, Nicoletta Dentico e Arnoldo Mosca Mondadori), nomi noti del giornalismo (arriveranno a Brescia, tra gli altri, Riccardo Bonacina, Marco Clementi, Licia Colò, Monica Mondo, Lucetta Scaraffia e Marco Tarquinio).
E uno spazio rilevante nel programma lo avranno gli artisti, perché “Mission is possible” vuole essere anche e soprattutto un momento di festa, per dire che la missione è anzitutto un’esperienza di gioia autentica: e allora, accanto ai The Sun e a Van De Sfroos, ecco Arsene Duevi, i cori Elikya e Tatanzambe, i Quadrophobia e altri ancora.

Le mostre
Informare su temi troppo spesso dimenticati dai nostri media, rievocare figure cruciali nella storia della missione, raccontare anche ai non addetti ai lavori chi sono i missionari e perché decidono di “lasciare tutto” per il Vangelo: sono alcuni degli obiettivi delle 23 mostre che faranno da sfondo, coloratissimo, agli eventi del Festival.
Alcune delle mostre sono state ideate appositamente per il Festival, e prodotte in collaborazione con quest’ultimo; altre sono mostre già esistenti ma che avevano sinora avuto scarse occasioni di visibilità; altre ancora sono frutto di partnership nate proprio grazie all’evento bresciano. Tre le sezioni tematiche in cui sono divise le esposizioni, tutte a ingresso gratuito: “Giganti dell’evangelizzazione”, “Missionari d’Italia, memorie di un tesoro”, “Sguardi sul mondo”.
I luoghi e gli orari di apertura sono disponibili sui materiali informativi e sul sito del Festival.

Intorno al festival
I quattro giorni di Festival saranno preceduti da alcuni eventi preparatori all’inizio del mese, tra cui il 9 ottobre un incontro denso di significati in uno dei penitenziari bresciani (la sede è in via di definizione). Durante il Festival, inoltre, nella Libreria allestita per l’occasione dalla casa editrice EMI (uno dei partner principali dell’evento), si alterneranno presentazioni di libri e incontri con autori ed esperti.
I giovani, protagonisti in più momenti del programma, avranno un loro spazio dedicato, al Centro Paolo VI, per ritrovarsi, condividere esperienze, usufruire di proposte formative. Nello Youth Village, promosso da Missio Giovani (CEI), si svolgerà – incrociando in più momenti il Festival – l’annuale Convegno missionario giovani.
E anche le scuole potranno approfittare di una serie di eventi ad hoc: nelle giornate di venerdì e sabato sarà possibile per gli insegnanti proporre alle proprie classi testimonianze e spettacoli pensati per i ragazzi delle medie e delle superiori.

Il «segno» del festival
Coerentemente con i propri principi ispiratori, il Festival della Missione intende lasciare anche un segno tangibile di solidarietà, grazie a tutti i partecipanti. Per questo i tre enti promotori hanno selezionato altrettanti progetti promossi da missionari nel mondo, a cui verranno devolute le offerte raccolte nel corso dell’evento. Si tratta di un progetto per i migranti in Sicilia, scelto dalla CIMI, di un progetto delle Ong bresciane negli slum di Nairobi (Kenya), selezionato dalla Diocesi di Brescia e di un progetto a Timor Est, per la costruzione di una chiesa individuato da Fondazione Missio. Maggiori informazioni sui progetti e su come sostenerli saranno disponibili nei giorni del Festival presso l’Info Point e sul sito www.festivaldellamissione.it

Ospitalità
Tutti gli eventi del Festival saranno a ingresso libero (fino a esaurimento posti) e non è richiesta alcuna iscrizione.
Per quanto riguarda coloro che, arrivando da fuori Brescia, vorranno fermarsi per più giorni, a differenza di ciò che normalmente avviene per i Festival, gli organizzatori, in sinergia con vari soggetti del mondo ecclesiale bresciano, si sono attivati per offrire ospitalità a prezzi molto contenuti e con uno stile improntato all’essenzialità. In particolare si è data la priorità alle richieste giunte dai delegati dei Centri Missionari Diocesani, da missionari e missionarie segnalati dai loro Istituti e da gruppi giovanili interessati. Avendo raggiunto a metà settembre la quota di 700 iscritti, l’organizzazione ha dovuto bloccare successive richieste, rimandando per l’ospitalità alle strutture alberghiere della città.
Il Festival si avvarrà anche della preziosa collaborazione di un team di volontari. Al momento sono circa 50 coloro che si dedicheranno all’accoglienza di ospiti e visitatori.

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