In Africa, entro il 2030 serviranno 11 milioni di insegnanti e medici

di Enrico Casale
scuola in egitto

La popolazione africana, soprattutto i giovani, aumentano e cresce anche la necessità di professori e operatori sanitari. Se il trend demografico continuerà come in questi anni, entro il 2030 saranno necessari oltre 11 milioni di insegnanti, medici e infermieri.

Ad affermarlo un rapporto diffuso ieri, 26 ottobre 2017, dall’Unicef (Agenzia Onu per l’infanzia), secondo cui tra il 2017 e il 2030 la popolazione infantile in Africa aumenterà di 170 milioni di persone e il numero di bambini e giovani sotto i 18 anni nel continente sarà pari a 750 milioni. Concretamente, si legge nel rapporto, l’Africa dovrà avere altri 5,6 milioni di nuovi operatori sanitari e 5,8 milioni di nuovi insegnanti per rispettare gli standard minimi internazionali nel settore sanitario e per raggiungere le migliori pratiche in campo scolastico a causa della rapida crescita della popolazione.

Secondo il rapporto, almeno la metà della popolazione del continente ha meno di 18 anni e i bambini rappresentano la maggior parte della popolazione in un terzo dei 55 Paesi membri dell’Unione africana. Il rapporto suggerisce tre linee di intervento: assistenza sanitaria, istruzione e protezione, empowerment delle donne e delle ragazze. «Investire nella salute, nella protezione e nell’istruzione deve essere una priorità assoluta per l’Africa da adesso al 2030 – ha dichiarato all’Agenzia Nova, Leila Pakkala, direttore regionale Unicef per l’Africa orientale e meridionale -. Siamo in un momento cruciale per i bambini dell’Africa. Facendo la cosa giusta getteremo le basi per un dividendo demografico che potrebbe far uscire centinaia di milioni di persone dalla povertà estrema e contribuire a diffondere prosperità, stabilità e pace».

«Se l’Africa intensificherà adesso i suoi investimenti sui bambini e sui giovani, trasformerà i sistemi per l’istruzione e darà maggiori strumenti e consapevolezza alle donne e alle ragazze per partecipare pienamente alla vita della comunità, nei luoghi di lavoro e alla vita politica – ha dichiarato Marie-Pierre Poirier, direttore regionale dell’Unicef per l’Africa centrale e occidentale -, potrà raccogliere più velocemente, profondamente e più a lungo i dividendi dalla sua transizione demografica».

Viceversa, se non si investirà sui giovani e i bambini, l’opportunità di un dividendo demografico di una sola generazione potrebbe tradursi in un disastro demografico, caratterizzato da disoccupazione e instabilità.

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