In Africa aumenta l’obesità infantile

di Enrico Casale

bambina africana obesaAumenta l’obesità infantile nei Paesi in via di sviluppo e, in particolare, in Africa. L’allarme è stato lanciato ieri dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il dato è in controtendenza rispetto alla tradizionale visione di un continente stretto nella morsa della fame e in cui, realmente, esistono aree in cui l’alimentazione per i piccoli di età inferiore ai 5 anni è ancora un problema serio.

Eppure, secondo un rapporto stilato da una apposita commissione dell’Oms (e rilanciato dal sito della Bbc) il numero di bambini in sovrappeso nei Paesi in via di sviluppo è passato dai 31 milioni nel 1.990 ai 41 milioni nel 2014. Se continuerà questa tendenza, si passerà nel 2025 a 70 milioni, una crescita del 40% in 12 anni. In Africa, il numero di bambini sotto i 5 anni con qualche chilo di più o, addirittura, obesi è quasi raddoppiato tra il 1990 e il 2014, passando da 5,4 a 10,3 milioni.

Questo dato ha due interpretazioni. La prima è che sta aumentando, anche se lentamente, il benessere in ampie zone del Sud del mondo e, quindi, anche in Africa. E con l’aumento del benessere cresce anche la disponibilità di cibo. La seconda è che nei Paesi poveri, i bambini provenienti da famiglie benestanti sono più a rischio di obesità, soprattutto dove, culturalmente, un bambino in sovrappeso è considerato un segno di buona salute.

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