Immigrazione: i numeri di uno strano Paese

di Enrico Casale
migranti

Motovedette, armi e diplomazia con la vicina Libia, incriminazioni, tribunali, infiniti dibattiti televisivi, prime pagine dei giornali, politici che si sprecano, soldi pubblici impiegati in operazioni militari di terra e di mare… Strano paese paese quello in cui viene perpetrato questo spreco per un fenomeno – l’immigrazione – i cui numeri non giustificano affatto questo impegno della politica e dei media.

Si, perché i numeri, i miserabili numeri di questo fenomeno, sono i seguenti.
Il saldo tra nascite e morti in Italia nei due anni appena passati, il 2015 e il 2016, è in negativo di 296mila persone.

Per fortuna sono arrivati i migranti, quelli per i quali media e molti politici gridano all’emergenza invasione. Nei due anni in oggetto ne sono arrivati 334mila, compresi quelli del record dell’anno scorso, 181mila. In sostanza i migranti hanno fatto crescere la popolazione italiana di ben…19mila unità all’anno! Altrimenti ci sarebbe stata una consistente e preoccupante decrescita demografica, condizione del tutto indesiderabile, addirittura pericolosa, per un paese che persegue una sana situazione economica e sociale. Per un paese, per esempio, che vuole continuare a pagare le pensioni.

Finora gli immigrati hanno contribuito per un buon punto di PIL alla ricchezza italiana. In sostanza più o meno quanto quella crescita economica che il governo si vanta di avare raggiunto. Del resto è del tutto evidente che un paese a crescita demografica zero, con una età media avanzata e una aspettativa di vita alta, dunque con pochi lavoratori, ha un futuro fosco.

Ma allora – mi chiedo – perché il fenomeno immigrazione è assurto a tema sul quale la politica si gioca tutto? Si ha già l’impressione che le prossime elezioni saranno vinte da chi mostrerà il comportamento più integerrimo e poliziesco. Si semina paura per raccogliere voti, forse? E funziona, purtroppo!

Ma perché non si parla, con lo stesso tono emergenziale, dei cinque milioni di poveri nel nostro paese? O del 37% di italiani che non raggiungono la prima aliquota irpef?
No, noi ci accaniamo su quel infimo 0,02 per cento che rappresenta l’immigrazione. Una percentuale infima, appunto, che, peraltro c’è sempre stata e non rappresenta affatto una emergenza, C’è qualcosa che non va?

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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