Il fornello italiano che aiuta l’Africa

di AFRICA
Il fornello italiano che aiuta l’Africa

 a cura di Raffaele Masto – foto di Marco Trovato

Il fornello italiano che aiuta l’Africa

Nel mondo un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all’energia. Il 45% vive nell’Africa Sub-sahariana. Gran parte di questa popolazione è costretta a usare legna e carbone vegetale per cucinare e come fonte di calore. Se non cambierà abitudini, entro pochi decenni vaste regioni dell’Africa non avranno più alberi.

Il fornello italiano che aiuta l’Africa

E’ sulla base di questi dati che Leonardo Business Consulting – società italiana impegnata a promuovere il business in Africa – ha messo a punto un fornello rivoluzionario che non usa carbone ma residui agricoli e forestali come torsoli di mais, canne, gusci di frutta, scarti da potature. In questo modo si evita di tagliare le foreste. Il congegno sfrutta la pirolisi, un processo di decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuto mediante l’applicazione di calore e in assenza quasi completa di ossigeno. I vantaggi?

«Rispetto alla combustione e a parità di energia prodotta, il fornello pirolitico impiega meno combustibile (circa 1kg di biomassa per un’ora di fiamma) e produce minori emissioni nocive: fino dieci volte inferiori rispetto ai sistemi tradizionali», spiega Simone Santi, amministrato delegato della Leonardo, che in Mozambico ha collaudato con successo l’innovativo congegno. «L’abbiamo perfezionato col tempo seguendo le indicazioni di decine di donne mozambicane a cui abbiamo offerto di provare gratuitamente il fornetto, affinché ne verificassero i benefici e al tempo stesso ci offrissero dei consigli per migliorarne la funzionalità».

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Il prototipo attuale è frutto di mesi di sperimentazione per ottenere prezzo ed emissioni al minimo, alta praticità di utilizzo e resa in calore», ci tiene a precisare Santi. Che argomenta: «Al termine della pirolisi ciò che resta nel fornello è un residuo composto da carbonella vegetale che può essere usata come concime per migliorare la fertilità del terreni coltivati, oppure per depurare le acque da potabilizzare, o come integratore nei mangimi per ruminanti per aumentare le rese in latte e carne».

Fin qui i vantaggi per l’ambiente e per l’agricoltura. Ma c’è dell’altro: il fornello messo a punto dalla Leonardo Group allevia la fatica delle donne. «E’ leggero, semplice da usare. E soprattutto consente di cucinare restando in posizione eretta durante la cottura dei cibi, a differenza di ciò che si può fare con i fornelletti tradizionali a legna o a carbone vegetale, alti appena una decina di centimetri», spiega Zaida, una delle donne mozambicane che hanno sperimentato il fornello. «Legna e carbone, poi, hanno un costo insostenibile per molte famiglie. Con questo fornello possiamo risparmiare trenta dollari al mese»: una benedizione per un Paese povero come il Mozambico.

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Leonardo Business Consulting ha intenzione di avviare la produzione su larga scala. Le famiglie ne avrebbero un vantaggio diretto anche in termini di salute. I fumi prodotti dai tradizionali sistemi di cottura infatti sono altamente nocivi. Pare che l’inquinamento all’interno delle case rurali in Africa sia la causa di morte di un milione e trecento mila persone ogni anno, principalmente bambini e anziani.

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