Grande Guerra, il fronte africano

di Enrico Casale

Paul Emil von Lettow-VorbeckIeri in Italia si è celebrato il centesimo anniversario dell’entrata in guerra nel Primo conflitto mondiale. È da settembre che, in tutta Europa , a diversi livelli, si ricorda l’inizio della Grande Guerra. In queste commemorazioni, spesso (per non dire quasi sempre) si dimentica che anche l’Africa fu investita dai combattimenti. Certo, le battaglie furono meno cruente rispetto a quelle europee. Ma si può dire che gli scontri ebbero un grande influsso sulla politica coloniale negli anni successivi al conflitto.

In Africa le armi iniziarono a far sentire la loro voce fin dal 1914, cioè poco dopo lo scoppio della guerra. La Gran Bretagna ambiva alle colonie tedesche. Londra era presente nel continente da decenni e aveva una struttura coloniale e militare ben strutturata e articolata. Berlino, invece, aveva da poco conquistato le sue colonie e, soprattutto sul piano bellico, non era pronta a uno scontro di lunga durata con l’Impero britannico.

Si combatté su quattro fronti. In Africa occidentale i tedeschi si scontrarono con francesi e britannici in Togo e in Camerun. Le azioni belliche durarono pochi mesi. Già ad agosto del 1915 la gran parte dei territori era stata sottratta al controllo di Berlino, anche se l’ultima guarnigione tedesca si arrese solo nel gennaio 1916.

Lo stesso avvenne in Namibia. Le armi cessarono di sparare già il 9 luglio 1915. A questo fronte è legato però un evento che ha segnato la storia del Sudafrica. Per attaccare i tedeschi, Londra intendeva schierare alcuni reparti formati da boeri di origine olandese. Costoro, che erano stati da pochi anni sconfitti dagli inglesi, si rivoltarono e si allearono con le truppe di Berlino. La reazione del governo britannico fu feroce e la repressione fu durissima.

In Tanzania, Uganda e Burundi, invece, i combattimenti durarono fino al 1918. I britannici, sostenuti dai belgi, presero subito il controllo del territorio. Ma i tedeschi guidati da Paul Emil von Lettow-Vorbeck condussero una guerriglia intesa fino al termine delle ostilità.

Alcuni combattimenti vennero condotti anche nell’Africa settentrionale. Qui le truppe tedesche e quelle ottomane cercarono di occupare il Canale di Suez, ma non ci riuscirono. Decisero allora di finanziare operazioni di ribellione contro le autorità coloniali francesi (Marocco) e italiane (Libia). I senussi libici riuscirono a cacciare gli italiani dal Fezzan (la regione meridionale della Libia). Regione che fu riconquistata da Roma solo nei decenni successivi.

Come conseguenza di questa guerra, le colonie tedesche vennero spartite tra i vincitori. Togo e Camerun furono divise tra Gran Bretagna e Francia; il Tanganika alla Gran Bretagna, il Ruanda e il Burundi al Belgio; l’Africa del Sud-Ovest (l’attuale Namibia) divenne un protettorato del Sudafrica.

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