Giornata della Memoria, per non dimenticare gli africani morti nei lager

di Enrico Casale
Auschwitz

Furono tra i 10 e i 30mila gli africani e gli europei di origine africana che finirono nei campi di concentramento nazisti. Se dello sterminio di ebrei, rom, disabili e oppositori politici ormai si sa molto (ma non andrebbe dimenticato nulla), meno si sa sul tragico destino di chi patì il lager solo per colpa del colore della sua pelle. E oggi, 27 gennaio, Giornata della Memoria nella quale si commemorano le vittime dell’Olocausto, è forse giusto ricordare anche la loro storia.

Namibia, inizi Novecento, un soldato tedesco con alcuni prigionieri herero

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Ben prima dell’avvento del nazismo, fu la Germania imperiale a creare i campi di concentramento. Li realizzò in Africa. Come quelli costruiti dalle Ss, erano circondati da filo spinato e i deportati vengono tatuati. Non c’erano però le camere a gas e forni crematori e i prigionieri, in maggioranza appartenenti all’etnia herero, venivano impiccati agli alberi. Recenti ricerche hanno messo in evidenza come in questi campi lavorassero medici che conducevano esperimenti di sterilizzazione sui deportati.

Fu però il nazismo a dar vita a un sistema organizzato di sterminio creando una rete di campi di concentramento sia in Germania sia nei Paesi occupati. In esso finirono, in base alle leggi razziali del 1935, non anche i neri. Ma chi erano questi neri? Erano anzitutto i tedeschi originari delle ex colonie. A essi venne ritirato il passaporto ed furono espulsi. Chi si ostinò a rimanere in Germania, venne deportato e sterilizzato.

Buchenwald, soldati americani di fronte ai resti dei detenuti morti nel lager

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Oltre a chi proveniva dalle colonie, vi erano altre tipologie. La più numerosa era costituita dai figli nati dall’unione dei soldati di colore francesi e belgi che occupavano la Renania dopo la Prima guerra mondiale e le donne tedesche Questi bambini, circa 800, in Germania vennero chiamati prima «vergogna nera» e, poi, «bastardi della Renania». I nazisti li sterilizzarono e li deportarono nei campi di concentramento. Durante la seconda guerra mondiale, nei lager vennero reclusi anche resistenti, oppositori, comunisti e soldati neri in provenienza da Spagna, Francia, Belgio, Olanda.

Difficile dire quanti fossero, ma alcuni storici calcolano che complessivamente furono reclusi fra i 10 e i 30 mila neri. Vittime della follia nazista e dell’odio per il colore scuro della pelle.

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1 commento

Giad 17 Febbraio 2020 - 23:15

Perché si parla solo degli ebrei

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