Ghana, nascere è più sicuro. Grazie a una App

di Enrico Casale
mamma in ghana

 

di Francesca Spinola

Si chiama «Safe delivery», parto sicuro, è una App per smartphone realizzata in Danimarca e ora pronta a essere aggiornata nella sua versione pensata per il Ghana. Lanciata ad Accra dall’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione e dalla Fondazione danese per la maternità, servirà alle ostetriche locali per guidarle nei casi di emergenze e nelle fasi di cura neonatale.

Sviluppata 4 anni fa, la Safe delivery App «è nata con lo scopo di ridurre la mortalità dei neonati e quella delle madri nei Paesi in via di sviluppo», ha spiegato Ann Frellsen, direttore della fondazione danese in occasione del lancio ad Accra di questo supporto tecnologico, pensato esplicitamente per le gestanti e per il personale infermieristico e medico interessato.

Malgrado il Ghana abbia fatto degli enormi passi avanti le statistiche raccontano ancora storie «inaccettabili», secondo Erika Goldson, rappresentante locale dell’Unfpa. «Sono 319 le morti ogni 100mila bambini nati vivi e di oltre 800mila madri che partoriscono ogni anno, 2.500 muoiono dando al mondo i loro figli», ha spiegato la Goldson riferendo le ultime statistiche del Ghana sulla mortalità neonatale. Dotare le ostetriche di strumenti per essere adeguatamente informate e preparate a ogni evenienza in fase di parto servirà a ridurre questi numeri, ne sono convinti anche i rappresentanti del Ministero della salute locale, che hanno salutato l’introduzione della App con entusiasmo.

Safe delivery ha sezioni dedicate alla prevenzione delle infezioni, alla cura della donna dopo un aborto, all’ipertensione, ai travagli prolungati. Una serie di video con animazioni danno poi dettagli tecnici sulle prime cure al neonato, sulla valutazione del suo stato di salute, sul taglio del cordone ombelicale e su tante altre pratiche che possono salvare la vita del bambino e delle madri. Su 5 stelle totali, le recensioni hanno già dato alla attuale versione della app una valutazione di 4,4, in attesa di avere quella ghanese che servirà, ne sono certi al Ministero della Salute, a «rafforzare il sistema sanitario locale».

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