Egitto – Sulle strade arrivano le vigilesse

di Enrico Casale
vigilessa egiziana

Combattere gli stereotipi oltre ad aiutare i vigili. È l’obiettivo dell’iniziativa, in fase sperimentale, lanciata in Egitto nelle scorse settimane e che vede coinvolte giovani donne, tra i 18 ed i 25 anni, con il compito di controllare e dirigere il traffico automobilistico nelle affollatissime città del Paese.
Il progetto – stando quanto scrivono i media locali – battezzato «Gli amici del traffico» è stato lanciato grazie alla collaborazione dei ministeri dello Sport e della Gioventù e dell’Interno insieme al Governatorato di Giza e riguarda una quindicina di vigilesse dislocate in alcuni quartieri di Giza a sud del Cairo. Il traffico automobilistico, lo spropositato numero di autovetture che circolano, il mancato rispetto delle regole e i numerosissimi incidenti stradali, molti dei quali mortali, affliggono da decenni l’Egitto. Secondo quanto riferito nel 2012 dall’Oms in Egitto ogni anno circa 8mila persone perdono la vita in incidenti stradali.
«Il nostro compito non è solo quello di regolare il traffico – ha affermato Nora Ahmed, 18 anni al giornale online Al Youm7 – ma anche quello di aiutare i bambini e gli anziani ad attraversare le strade». Ma il traffico e gli ingorghi non sono gli unici problemi. Un altro grosso inconveniente è rappresentato dall’orientamento nel complicato dedalo di strade della varie città. Ma Desalma, un’altra giovane che si è lanciata anima e corpo nel progetto, ha una soluzione molto originale: «ho studiato la geografia delle strade e in questo modo aiuto chiunque venga a chiedermi informazioni a non perdersi. Adesso anche noi donne possiamo contribuire ad aiutare il prossimo!».
Tuttavia, secondo il sito web «Al Monitor», il lavoro delle vigilesse non è poi così semplice come sembra. Molte di loro ricevono dai passanti e dai conducenti di autovetture, insulti e apprezzamenti poco consoni al loro ruolo. Asma Ramadan, 20 anni, confessa infatti che molte persone la infastidiscono e la molestano: «purtroppo non sono solo gli uomini a farlo. Una volta una donna che avevo aiutato ad attraversare la strada mi
chiese perché facevo questo lavoro che secondo lei non si addice per nulla a noi donne». Ma Ramadan non si è persa d’animo, ha stretto i denti ed è andata avanti. Lavora dalle 9 del mattino fino alle 14, stazionando con la sua uniforme davanti ad un semaforo, respirando i fumi tossici sprigionati dalle marmitte delle auto. Il suo è un compito che richiede «grande responsabilità, abilità e concentrazione». E sebbene riceva uno stipendio basso, alla fine della sua giornata lavorativa può ritenersi soddisfatta, perché nel suo piccolo – rivela – sta contribuendo a combattere gli stereotipi dei tradizionalisti che vedono la realizzazione delle donne solo all’interno del focolare.
Il progetto – secondo le autorità – è stato suddiviso in varie fasi: una prima iniziata a settembre e che durerà fino alla fine di ottobre e una seconda che partirà nell’estate del 2016 e durerà cinque mesi.
(10/10/2015 Fonte: AnsaMed)

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