Egitto, i copti dimostrano contro i rapimenti dei cristiani

di Enrico Casale
chiesa cristiana tra moschee musulmane

ragazzo coptoLa scomparsa di una ragazza copta ha gettato in uno stato di apprensione tutta la comunità cristiana egiziana. La giovane, 18 anni un diploma tecnico appena conseguito, non aveva nessun motivo per far perdere le proprie tracce. I suoi famigliari, che vivono nella città di Samalot, sono convinti che la ragazza sia stata rapita.

I rapimenti mirati di cristiani, come riporta l’agenzia di stampa Fides, continuano a rappresentare una piaga per la comunità copta in molte aree dell’Egitto. Già diversi appelli sono stati rivolti da organizzazioni cristiane alle autorità egiziane, compreso il Presidente Abdel Fattah al-Sisi, affinché si prendano misure adeguate per contrastare tale fenomeno.

Solitamente si tratta di sequestri-lampo con richieste di riscatto calibrate sulle possibilità economiche delle famiglie dei sequestrati. Ma in diversi casi, i rapimenti si sono conclusi con la morte dei sequestrati. I copti, a torto, vengono considerati molto ricchi. In realtà, la percentuale di ricchi è uguale a quella dei musulmani e, anche tra i copti, esistono ampie fasce di persone povere. La leggenda della ricchezza dei copti è legata al fatto che in passato i cristiani si sono distinti come buoni e onesti amministratori dei patrimoni (anche dei musulmani).

Proprio per dimostrare contro questo fenomeno più di 150 cristiani copti hanno organizzato un sit-in domenica 7 febbraio. Si sono riuniti davanti alla sede dell’amministrazione provinciale di Minya (una delle zone in cui è più forte la presenza dei copti), per sensibilizzare le autorità e le forze di polizia sul caso della ragazza e di quelli di altri giovani scomparsi negli anni e nei mesi scorsi.

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