Dimissioni e arresti, si conclude il sodalizio Zuma-Gupta

di AFRICA

La vicenda Zuma si è conclusa. Il presidente ha deciso di dimettersi con effetto immediato. Prende il suo posto Cyril Ramaphosa come capo dello stato ad interim e dovrà essere ratificato dal parlamento entro trenta giorni. Poi c’è solo da attendere le elezioni del 2019 per vedere il consenso che l’African National Congress ha ancora nel paese dopo questa vicenda.

Ora si può capire meglio quali erano le colpe di Zuma e come è possibile che un capo di stato con una storia come la sua possa essere stato coinvolto in oltre trecento casi di corruzione, frode, riciclaggio, vendita di armi. Se si vanno a vedere tutti questi fascicoli ci si rende conto che la maggior parte coinvolgono una famiglia di indiani, i Gupta, con i quali Zuma aveva fatto affari e li aveva fatti entrare nel gioco miliardario delle commesse statali e delle forniture pubbliche. Tra l’altro, appena Zuma si è dimesso, è partita una operazione della polizia contro di loro. Perquisita la loro mega residenza di Johannesburg per sospetti di appropriazione indebita di fondi pubblici. Tre persone sono già state arrestate.

Chi sono i Gupta? A capo della famiglia, ricchissima e influente, ci sono due fratelli (nella foto), sono di origine indiana e si sono trasferiti in Sudafrica nei primi anni novanta, alla fine dell’apartheid. Oggi gestiscono importanti affari nell’estrazione mineraria, nell’informazione, nel commercio, nell’ingegneria industriale, nell’informatica. Insomma una holding ramificata in ogni ambito produttivo e del terziario. Una scalata economica, quella dei Gupta, che pare sia stata enormemente favorita da Zuma che in cambio avrebbe ottenuto vantaggi economici e, poi, anche politici vista l’influenza raggiunta dalla famiglia.

Se oggi si esamina la geografia delle imprese dei Gupta si vede che molti parenti di Zuma hanno posti di responsabilità molto ben pagati nelle imprese dei Gupta. Tra loro c’è la terza moglie di Zuma, Bongi Nzema, e uno dei figli che è nel consiglio di amministrazione di diverse società del gruppo. Il caso più appariscente di questo connubio fu quando un jet privato con gli invitati a un matrimonio dei Gupta ottenne il permesso di atterrare in un aeroporto militare, di solito utilizzato per ospitare i capi di stato. In quell’occasione gli ospiti stranieri non dovettero superare alcun controllo doganali e dei documenti e ottennero addirittura una scorta della polizia verso il luogo della cerimonia alla quale partecipavano anche diversi ministri sudafricani.

La gravità della collaborazione (?) tra i Gupta e Zuma sta anche nel fatto che i Gupta hanno raggiunto un influenza che supera quella di molti politici nell’ambito dello stato e questo era l’aspetto più intollerabile della vicenda.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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