Congo: muore il simbolo dell’opposizione

di Raffaele Masto

Etienne Tshisekedi era l’eterno oppositore. O meglio, era l’opposizione, da sempre, nel primo Congo indipendente, poi nello Zaire di Mobutu Sese Seko e infine nella attuale Repubblica Democratica del Congo. Detto così sembra poco, un uomo politico, come tanti. Ma Etienne Tshisekedi era molto di più. Fare l’oppositore in Africa è difficile. Il potere può mediare tutto ma non chi mette in discussione, anche velatamente, il trono. Nella maggioranza dei paesi africani (e tanto più in Congo) il potere è totale o non è. Chi mette in discussione questo principio spesso muore.

Lui invece ha svolto questo ruolo per tutta la vita, fino a pochi giorni fa, a 84 anni. Da questo punto di vista forse è un caso unico in Africa dove gli oppositori in genere non hanno vita lunga, appunto, e spesso vengono “inglobati” dal sistema e vi entrano con tutti i vantaggi del caso.

Fondatore e leader del partito Unione per la democrazia e il progresso sociale nel 1982, Tshisekedi è stato negli ultimi 35 anni, appunto, l’emblema della resistenza alla dittatura.

Dopo i primi passi in politica a fianco del dittatore Mobutu Sese Seko, di cui fu il ministro, nel 1980 allorché era deputato, Tshisekedi denunciò le derive del regime, trasformandosi in uno dei suoi peggiori nemici.

Alla caduta di Mobutu nel 1997, Tshisekedi rifiutò di accettare il trasferimento di potere fuori dalle urne a Laurent Désiré Kabila, di cui divenne a sua volta un rivale popolare e populista. Più volte imprigionato e costretto agli arresti domiciliari, Tshisekedi non ha mai smesso di lottare politicamente per un cambiamento “democratico”.

Nel 2011, candidato alle elezioni presidenziali contro Joseph Kabila, Etienne Tshisekedi denunciò frodi nel conteggio dei voti e si autoproclamò presidente, contro il verdetto della commissione elettorale che proclamò Kabila vincitore. L’episodio suscitò tensioni e violenze tra simpatizzanti delle due fazioni.

Soltanto grazie alla mediazione della Chiesa congolese, l’anziano oppositore aveva accettato nelle scorse settimane di partecipare al dialogo nazionale voluto per evitare di far sprofondare il Congo in una nuova crisi a causa del rinvio delle elezioni generali.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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