Centrafrica – Un missionario: «Le bande si ricostruiscono. I caschi blu ci aiutino»

di Enrico Casale
“da più di due mesi nella nostra zona ci sono forti tensioni per la presenza di bande armate che si stanno ricostituendo, senza che i Caschi Blu intervengano. Speriamo che ora ci sia una maggiore presenza dei soldati dell’Onu per garantire la sicurezza di tutti”

“Qui a Bozoum non ci sono problemi, so che ve ne sono stati più a nord” dice padre Aurelio Gazzera, carmelitano, parroco a Bozoum, nel nord-ovest della Repubblica Centrafricana, nell’area dove è stata saccheggiata la missione cappuccina di Ngaoundaye. A questo proposito padre Aurelio dice di aver contattato i missionari di Ngaoundaye che gli hanno detto “di aver avuto paura, ma che ora sono abbastanza tranquilli”. “A quel che so – continua padre Aurelio – il gruppo di Seleka che è entrato nella missione ha rubato un po’ di cose, soprattutto cibo, ma non ha fatto molti danni. Per fortuna sono arrivati i Caschi Blu dell’Onu e i Seleka hanno abbandonato il villaggio”.
Se l’episodio di Ngaoundaye appare meno grave di quanto sembrava in un primo momento, allo stesso tempo padre Aurelio sottolinea che “da più di due mesi nella nostra zona ci sono forti tensioni per la presenza di bande armate che si stanno ricostituendo, senza che i Caschi Blu intervengano. Speriamo che ora ci sia una maggiore presenza dei soldati dell’Onu per garantire la sicurezza di tutti” conclude il missionario.
(18/06/2016 Fonte: Fides)

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