Camerun – I vescovi chiedono giustizia per mons. Balla

di Enrico Casale
mons Bala

«Mons. Jean Marie Benoît Bala non si è suicidato; è stato brutalmente assassinato», afferma il comunicato della Conferenza episcopale camerunese sulla morte di mons. Jean-Marie Benoît Balla, vescovo di Bafia, il cui corpo è stato ritrovato nelle acque del fiume Sanaga il 2 giugno.
Il vescovo era stato dato per scomparso la mattina del 31 marzo, quando la sua automobile era stata ritrovata sul Pont de l’Enfance. Nella vettura era stato trovato «uno strano messaggio (…) accanto alla sua carta d’identità ed altri affetti personali», ricorda il messaggio, inviato all’Agenzia Fides.
In un primo momento qualcuno aveva ipotizzato che il vescovo si fosse suicidato e le autorità avevano inviato dei sommozzatori per scandagliare il fiume alla ricerca del corpo. Il 2 giugno un pescatore aveva ritrovato le spoglie mortali di mons. Balla a pochi chilometri dal Pont de l’Enfance.
«Attualmente il corpo è a disposizione delle autorità giudiziarie per la ricerca delle circostanze, delle cause esatte e degli autori di questo crimine odioso e inaccettabile. (…) Noi vescovi del Camerun affermiamo che mons. Jean-Marie Benoît non si è suicidato; è stato brutalmente assassinato. Ecco un omicidio in più, e uno di troppo», afferma il comunicato.
I vescovi rievocano «il triste ricordo di diversi prelati, membri del clero e persone consacrate che sono state assassinate in circostanze non chiarite fino ad oggi. In particolare ricordiamo mons. Yves Plumey, arcivescovo emerito di Garoua (assassinato a Ngaoundéré, 1991), don Joseph Mbassi (Yaoundé, 1988), padre Antony Fontegh (Kumbo,1990), le suore di Djoum (1992), padre Engelbert Mveng (Yaoundé, 1995), solo per citarne alcuni».
«Abbiamo l’impressione che il clero del Camerun sia particolarmente perseguitato da forze oscure e diaboliche», denuncia l’episcopato camerunese.
I vescovi chiedono quindi che «sia fatta completa luce sulle circostanze e i moventi dell’omicidio di mons. Balla, e che i colpevoli siano identificati e consegnati alla giustizia per essere giudicati secondo la legge».
Chiedono inoltre allo Stato di «assumersi il nobile compito di proteggere la vita umana»; ai media e a quanti utilizzano i social media di non diffondere menzogne e di rispettare la dignità degli esseri umani. Infine i vescovi rivolgono un appello agli assassini di mons. Balla «perché intraprendano un percorso di conversione urgente e radicale».
(15/06/2017 Fonte: Agenzia Fides)

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