Caduta Sirte, le sfide non sono ancora finite per la Libia

di Enrico Casale
la battaglia di sirte contro l'isis

la battaglia di sirte contro l'isisSirte è stata liberata dalle milizie dell’Isis. Le forze del Governo libico di unità nazionale (Gna) hanno annunciato ieri, 10 agosto, di aver catturato l’ultima roccaforte dello Stato islamico nella città. «Il Centro congressi Ouagadougou è nelle nostre mani», ha detto il Gna in una dichiarazione, riferendosi al complesso dove i miliziani jihadisti avevano stabilito il loro quartier generale. Il Gna ha anche annunciato che l’ospedale Ibn Sina, una proprietà adiacente, è stata presa dalle forze lealiste. Resterebbero ancora alcune sacche di resistenza nelle mani di jihadisti, che però le truppe del Gna pensano di neutralizzare a breve.

Si è conclusa così la battaglia di Sirte che era iniziata il 9 giugno. I combattimenti sono stati feroci, anche se non si conosce il numero delle vittime. A contrastare i jihadisti dell’Isis (in gran parte di nazionalità tunisina) c’erano le milizie di Misurata. Queste ultime, di matrice islamica, rappresentano l’asse portante del Gna guidato da Fayez al Serraj. Il loro intervento sul terreno è stato fondamentale anche se, senza il sostegno aereo degli Stati Uniti e il supporto delle truppe speciali americane, britanniche e francesi, probabilmente i combattimenti si sarebbero protratti ulteriormente.

la battaglia di sirte contro l'isisLa liberazione di Sirte non risolve tutti i problemi della Libia. Sullo sfondo ci sono ancora forti tensioni tra il Gna e il Governo di Tobruk (dietro il quale c’è l’ingombrante figura del generale Khalifa Haftar). Tensioni che sono, a loro volta, legate a interessi regionali. In primo luogo quelli dell’Egitto del Presidente al Sissi, che non vuole una Libia forte e, soprattutto, in mano a forze riconducibili alla Fratellanza musulmana (come quelle di al Serraj). Per questo motivo Il Cairo continua a sostenere l’esecutivo di Tobruk. Allo stesso modo, Tripoli è sostenuta dalla comunità internazionale, ma anche da Mauritania, Marocco, Algeria e Tunisia che vedono in al Serraj un baluardo contro l’espansionismo egiziano e contro il jihadismo. Rimangono poi le tensioni tra le milizie locali che minano la stabilità del Paese.

La Libia ha quindi ancora molte sfide di fronte a sé. Anche se una prima importante vittoria contro il jihadismo è stata portata a termine.

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