Antonio Guterres al vertice Onu e le (solite) crisi in Africa

di Enrico Casale
Antonio Guterres
Caschi blu nella Repubblica democratica del Congo

Caschi blu nella Repubblica democratica del Congo

L’accordo tra le maggiori potenze mondiali è stato trovato (e non era scontato viste le tensioni tra Usa e Russia). Quindi, salvo sorprese dell’ultimo momento, Antonio Guterres sarà oggi eletto Segretario generale delle Nazioni unite, subentrando al coreano Ban Ki-moon.

Guterres è un politico di lungo corso. Portoghese, 67 anni, si è candidato la prima volta nel 1976, nelle prime elezioni democratiche tenute nel suo Paese dopo la caduta della dittatura di António de Oliveira Salazar e Marcelo Caetano.  In breve tempo è diventato un esponente di spicco del Partito socialista: nel 1992 ne è diventato il leader e tre anni dopo è stato eletto primo ministro.

Nel 2005, lascia il suo Paese per assumere la carica di Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. L’Acnur è una delle agenzie Onu più importanti con i suoi novemila dipendenti dislocati in 123 Paesi. Durante il suo mandato, Guterres affronta crisi epocali come quella siriana. In Africa si occupa delle emergenze nella Repubblica centroafricana, in Sudan, Sud Sudan, Mali, Repubblica Democratica del Congo, Somalia. Guterres prende particolarmente a cuore il suo mandato. E, nonostante questo sia terminato nel 2015, non ha mai smesso di fare pressioni sulla comunità internazionale, chiedendo a diversi Paesi di investire più risorse nella gestione della crisi dei migranti. In diverse occasioni si è espresso a favore di maggiori aiuti alla Grecia e all’Italia, i due paesi più coinvolti nella prima accoglienza, accusando l’Unione Europea di non fare niente per risolvere il problema.

Il Palazzo di vetro il quartier generale delle Nazioni Unite

Il Palazzo di vetro il quartier generale delle Nazioni Unite

La sua elezioni è stata una sorpresa. Gli osservatori pensavano che le trattative si sarebbero prolungate. Si temeva che la Russia, che in questo momento presiede il Consiglio di Sicurezza, fosse intenzionata a bloccare la nomina di Guterres e sostenere un candidato dell’Europa orientale. Invece l’intesa è stata trovata subito. Di fronte al nuovo Segretario generale ci sono sfide da far tremare i polsi: Siria, Palestina, ma anche Libia, Mali, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Somalia. Alcune di esse si trascinano da decenni. Guterres riuscirà a imporre una svolta?

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