African psycho, di Alain Mabanckou

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African psycho, di Alain Mabanckou

 

African psycho, di Alain MabanckouUn altro di quei personaggi sgangherati che Mabanckou – lo scrittore congolese or ora reduce da un insegnamento sulle letterature africane al Collège de France, caso finora unico nel suo genere – predilige, anche se è scrittore capace di altri registri, come ha dimostrato soprattutto nelle opere più autobiografiche. Grégoire, con un’infanzia da «trovatello» e per di più dall’aspetto decisamente «brutto», fa il carrozziere a “Colui-che-beve-l’acqua-è-un-imbecille”, quartiere di una grande città congolese di cui non viene detto il nome ma che può corrispondere a Pointe-Noire. Conosce quei vicoli e strade come le sue tasche, ma appare come uno socialmente isolato (non sa chi siano i suoi vicini). In ogni caso potrebbe vivere onorevolmente del suo lavoro, ma un pensiero da sempre lo arrovella: riuscire a emulare le gesta del serial killer Angoualima, rimasto sempre inafferrabile e identificato solo in seguito al suo suicidio.

Angoualima è il suo «idolo» e «Gran Maestro», e sulla sua tomba nel cimitero dei “Morti-senza-diritto-al-sonno” si reca periodicamente a confidarsi con lui (che effettivamente gli risponde) sulle sue difficoltà a diventare un criminale di vaglia. (Angoualima è, effettivamente, un personaggio proverbiale in Congo, un “uomo nero” venuto da Kinshasa con il quale si minacciavano i bambini che non volevano andare a dormire).

Tutto questo, e molto altro, il lettore lo apprende dalla viva voce di Grégoire quando decide di uccidere, entro due giorni, una prostituta che da qualche tempo si è trasferita a casa sua. Quale arma usare? Un coltello? Troppo banale. Una pistola? Il Gran Maestro non ne ha mai fatto uso. È forse meglio tornare al martello che inaugurò la sua (inconsistente) carriera di apprendista omicida. Ma naturalmente le cose prenderanno un’altra piega… E l’autore si sarà divertito a darci uno spaccato della vita di povera gente, tra ironia, satira sociale, camuffata compassione e anche un’etica sui generis.

Questo noir, il cui titolo (e contenuto) è parodia dell’American Psycho di Bret Easton Ellis, era già uscito nel 2007 per i tipi di Morellini. La nuova versione italiana, ora nella traduzione di Daniele Petruccioli, rientra nella volontà di 66thand2nd di prosi come editore italiano di riferimento di Mabanckou (con questo, sono sei i titoli al suo attivo). L’edizione originale è del 2003, ossia di poco prima dell’uscita di Pezzi di vetro, romanzo di cui sembra preparare il più sviluppato microcosmo.

66thand2nd, 2015, pp. 157, € 17,00

(Pier Maria Mazzola)

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