Angola, prezzo di petrolio giù. Niente strade

di Enrico Casale

angolabananeIl prezzo del petrolio scende e l’Angola interrompe i progetti di sviluppo infrastrutturale del Paese. «La costruzione di strade e infrastrutture sociali in programma quest’anno è sospesa – ha dichiarato Waldemar Alexandre Pires, ministro responsabile del comparto -. La causa è la crisi finanziaria che stiamo affrontando a seguito della riduzione dei prezzi degli idrocarburi».

Proprio grazie al petrolio, che estrae prevalentemente al largo dell’enclave di Cabinda (ma esistono altri giacimenti off shore e on shore), l’Angola ha conosciuto negli ultimi anni un vero e proprio boom economico, con una crescita del Pil intorno al 6% annuo. La ricchezza accumulata ha portato Luanda a investire molto all’estero. Nel 2012 aveva destato scalpore l’acquisto di partecipazioni in alcune delle principali aziende portoghesi: i gruppi bancari Bpi e Bic, la compagnia petrolifera di Lisbona Galp e la piattaforma di telecomunicazioni Zon Multimedia. Queste acquisizioni erano state viste come una sorta di rivincita della colonia contro l’ex «madrepatria» (il Portogallo ha controllato l’Angola dal XV secolo fino al 1975). Fra i maggiori investitori figurano la compagnia petrolifera statale Sonangol e uomini d’affari vicini all’entourage presidenziale, tra cui Isabel dos Santos, figlia del presidente angolano Eduardo dos Santos.

Di questa ricchezza però non gode tutta la popolazione: il 60% degli angolani vive ancora sotto la soglia di povertà e se Luanda è la seconda città più cara al mondo, le sue baraccopoli sono tra le più povere d’Africa. Inoltre la caduta del prezzo del petrolio potrebbe sgonfiare la crescita degli ultimi anni.

Una crescita che, secondo il Fondo monetario internazionale, è comunque destinata a scemare. Entro il 2017 infatti le riserve petrolifere dovrebbero iniziare a ridursi e quindi il Pil dovrebbe salire «solo» del 3%. Per questo motivo, il governo angolano sta cercando di attrarre investimenti stranieri nei settori minerario (diamanti e oro), agricolo, dei trasporti, delle infrastrutture e del turismo. Ad attrarre interesse sono soprattutto l’agricoltura e l’allevamento. Le potenzialità agricole sono infatti enormi se ben sfruttate. Da sempre, l’Angola è stata un Paese autosufficiente in tutte le principali colture, ad eccezione del grano. Solo la guerra ha interrotto tale ciclo di vitalità.

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